Sant’ Alfonsa dell’Immacolata Concezione (Anna Muttathupadathu), vergine

Nacque a Kudamaloor, nella regione di Arpookara e in diocesi di Changanacherry, nello Stato indiano del Kerala, il 19 agosto 1910. Fu battezzata col nome di Anna, secondo il rito siro-malabarese. Rimasta orfana in tenera età, fu educata da una zia materna e dalla nonna.

Ben presto si sentì attratta dalla vita religiosa, per cui a 17 anni, nel 1927, entrò come postulante nel monastero delle Suore Francescane Clarisse a Bharananganam, assumendo il nome religioso di suor Alfonsa dell’Immacolata Concezione.

Da non confondersi con le monache fondate dai santi Francesco e Chiara d’Assisi, erano e sono una congregazione religiosa nata proprio in India, sul finire del 1800, per il servizio ai più abbandonati. Suor Alfonsa trascorse il noviziato senza tentennamenti, pienamente consapevole della scelta che aveva compiuto.

Nel 1931 emise i voti temporanei; seguirono, nel 1936, quelli perpetui. Le fu affidato il compito di insegnare, ma dovette lasciarlo per malattia; in seguito le vennero dati incarichi adatti al suo cagionevole stato di salute.

Conscia della situazione, si mantenne molto riservata e caritatevole verso tutti, cercando di non pesare alla comunità. Soffrì in silenzio sia le ostilità che non mancarono, sia le malattie, che nel 1945 esplosero in modo violento e inarrestabile, portandola a morte a soli 36 anni, il 28 luglio 1946.

Nella sua sofferenza diceva: «Io sento che il Signore mi ha destinata ad essere un’oblazione, un sacrificio di sofferenza… Il giorno in cui non ho sofferto è un giorno perduto per me». La sua fama di santità si propagò in modo impressionante dopo la sua morte.

I pellegrini che ogni anno si recavano e tuttora si recano sulla sua tomba per pregare e impetrare grazie, non solo fedeli cattolici ma anche musulmani e induisti, erano attratti dalla purezza della sua giovane vita e dal potere taumaturgico che le veniva attribuito.

Il vescovo di Palai nel 1955 iniziò il regolare processo diocesano per la sua beatificazione. Il 9 novembre 1984 venne dichiarata venerabile e infine l’8 febbraio 1986 il Papa san Giovanni Paolo II l’ha beatificata a Kottayam in India, insieme a padre Ciriaco Elia Chavara. In seguito all’approvazione di un ulteriore miracolo per sua intercessione, papa Benedetto XVI l’ha canonizzata il 12 ottobre 2008, in piazza San Pietro.

 

Lo stesso giorno nel Martirologio Romano, la Chiesa commemora:

i santi Prócoro, Nicánore, Timone, Pármenas e Nicola proselito di Antiochia, che furono tra i sette, pieni di Spirito e di sapienza, scelti dalla moltitudine dei discepoli e ai quali gli Apostoli imposero le mani per svolgere il ministero a servizio dei bisognosi.

– A Roma, san Vittore I, papa, africano, che stabilì che la santa Pasqua fosse celebrata da tutte le Chiese la domenica seguente la Pasqua giudaica.

– Commemorazione di molti martiri che nella Tebaide in Egitto patirono durante la persecuzione degli imperatori Decio e Valeriano, quando i nemici con astuzia cercavano di escogitare per i cristiani, pur desiderosi di morire di spada per il nome di Cristo, supplizi che ne ritardassero la morte, mirando a trucidare le loro anime ancor più dei loro corpi.

– A Mileto in Caria, nell’odierna Turchia, sant’Acacio, martire, sotto l’imperatore Licinio.

– A Milano, santi Nazario e Celso, martiri, i cui corpi furono rinvenuti da sant’Ambrogio.

– A Troyes in Francia, san Cameliano, vescovo, che fu discepolo di san Lupo e suo successore.

– A Dol in Bretagna, san Sansone, abate e vescovo, che propagò in questa regione il Vangelo e la disciplina monastica, che aveva appreso in Galles dall’abate sant’Iltudo.

– In Svezia, san Botvido, martire, che, svedese di nascita e battezzato in Inghilterra, si dedicò all’evangelizzazione della sua patria, finché fu ucciso dall’uomo che lui stesso aveva riscattato dalla schiavitù.

– Nella città di Nam Dinh nel Tonchino, ora Vietnam, san Melchiorre García Sanpedro, vescovo dell’Ordine dei Predicatori e martire, che, messo per Cristo sotto strettissima prigionia, fu fatto a pezzi per ordine dell’imperatore Tu’ Duú’c.

– A Madrid in Spagna, san Pietro Poveda Castroverde, sacerdote e martire, che per la diffusione dei valori cristiani fondò l’Istituto Teresiano e, all’inizio della persecuzione contro la Chiesa, fu ucciso in odio alla fede, offrendo a Dio una luminosa testimonianza.

– A Gabasa nel territorio di Saragozza sempre in Spagna, beati Emanuele Segura, sacerdote, e Davide Carlos, religioso, dell’Ordine dei Chierici regolari delle Scuole Pie, martiri nella stessa persecuzione.

– A Tarragona ancora in Spagna, san Giacomo Ilario (Emanuele) Barbal Cosán, religioso dei Fratelli delle Scuole Cristiane, martire, che, con il dilagare della persecuzione, fu condannato a morte in odio alla Chiesa.

– A Barcellona sempre in Spagna, beati Giuseppe Caselles Moncho e Giuseppe Castell Camps, sacerdoti della Società Salesiana e martiri, che nella medesima persecuzione contro la fede meritarono con il loro martirio la gloria della vita eterna.

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