Sant’ Agnese Le Thi Thanh (De), madre di famiglia, martire

Assai difficile è sempre stato reperire notizie certe sui martiri, sin dai primi secoli dell’era crstiana, e questo problema sussiste però talvolta anche per martiri dell’epoca moderna, soprattutto se vissuti in qualche angolo sperduto del pianeta, proprio come Santa Agnese Le Thi Thanh, di nazionalità vietnamita. Agnese nacque nel 1781 circa a Ba Den, nei pressi di Tranh Hoa in Vietnam. Madre di famiglia, all’età di sessant’anni anni fu imprigionato e sottoposta a crudeli torture per aver nascosto in casa sua un sacerdote. Rifiutatasi di rinnegare la fede cristiana, morì in carcere nella provincia di Ninh Binh nel Tonchino sotto l’imperatore Thieu Tri in data 12 luglio 1841. Agnese Le Thi Thanh fu canonizzata da Papa Giovanni Paolo II il 19 giugno 1988 con altri 116 martiri che avevano irrorato con il loro sangue la sua patria vietnamita. Il gruppo, noto con il nome “Santi Andrea Dung Lac e compagni”, è festeggiato comunemente dal calendario liturgico latino al 24 novembre. Sant’Agnese è invece festeggiata singolarmente al 12 luglio dal Martirologio Romano.

 

Lo stesso giorno nel Martirologio Romano, la Chiesa commemora:

– Ad Ankara in Galazia nell’odierna Turchia, santi Proclo e Ilarione, martiri sotto l’impero di Traiano e la prefettura di Massimo.

– Ad Aquileia in Friuli, santi Fortunato e Ermagora, martiri.

– A Milano, santi Nábore e Felice, martiri, che, soldati provenienti dalla Mauritania, nell’odierna Algeria, si narra che abbiano patito a Lodi il martirio durante le persecuzioni e siano stati poi sepolti a Milano.

– A Fano nelle Marche, san Paterniano, vescovo.

– A Lione in Francia, san Vivenzíolo, vescovo, che, promosso dalla scuola del monastero di Sant’Eugendo all’episcopato, indusse chierici e laici a partecipare al Concilio di Epaone, perché il popolo potesse conoscere meglio le decisioni dei pontefici.

– A Passignano in Toscana, san Giovanni Gualberto, abate, che, soldato fiorentino, perdonò per amore di Cristo l’uccisore di suo fratello e, vestito poi l’abito monastico, desideroso di condurre una vita di maggior rigore, gettò a Vallombrosa le fondamenta di una nuova famiglia monastica.

– Nel monastero di Cava de’ Tirreni in Campania, san Leone I, abate, che provvide ai poveri con il lavoro delle proprie mani e li difese dai potenti.

– Presso Londra in Inghilterra, beato Davide Gunston, martire, che, cavaliere dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme, non riconobbe il potere del re Enrico VIII negli affari spirituali e fu per questo sospeso al patibolo a Southwark.

– Sempre a Londra, san Giovanni Jones, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori e martire, che, originario del Galles, fattosi religioso in Francia, fu condannato a morte sotto la re- gina Elisabetta I per essere entrato da sacerdote in Inghilterra e compì il suo martirio appeso a un laccio fino alla morte.

– A Nagasaki in Giappone, beati Mattia Araki e sette compagni, martiri, che subirono il martirio per Cristo.

– A Orange nella Provenza in Francia, beate Rosa di San Saverio (Maddalena Teresa) Tallien, Marta dell’Angelo Buono (Maria) Cluse, Maria di Sant’Enrico (Margherita Eleonora) de Justamond e Giovanna Maria di San Bernardo di Romillon, vergini e martiri, che conseguirono la palma del martirio durante la Rivoluzione francese.

– Nella città di Nam Dinh nel Tonchino, ora Vietnam, san Clemente Ignazio Delgado Cebrián, vescovo e martire, che, dopo cinquant’anni trascorsi a predicare il Vangelo, fu arrestato per ordine dell’imperatore Minh Ma.ng per la sua fede in Cristo e morì in carcere tra molte sofferenze.

– Nella provincia di Nghê.An nell’antico An Nam, ora Vietnam, san Pietro Khanh, sacerdote e martire, che, riconosciuto come cristiano al banco delle imposte, fu messo in prigione per sei mesi e, dopo vani inviti ad abiurare, fu decapitato sempre per ordine dell’imperatore Thiêeu Tri.

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