Beati Emanuele Ruiz e compagni, martiri Francescani di Damasco

Si tratta di un gruppo di 11 martiri dei musulmani, uccisi per la fede il 10 luglio 1860; di essi sei erano Padri Francescani Minori, due erano Fratelli professi Francescani e tre erano fratelli di sangue laici maroniti. Sono conosciuti come ‘Beati Martiri di Damasco’ Versarono il loro sangue come tanti altri prima di loro in quelle terre che videro sempre, dal tempo di s. Francesco, lo sforzo missionario dei Francescani nel mondo islamico.

Purtroppo non sono disponibili testi che riportano notizie sulla loro vita precedente allo stato religioso, essendo quasi tutti spagnoli; ma un’approfondita ricerca presso Biblioteche Francescane potrebbe essere senz’altro utile.

Ci limitiamo a raccontare il loro martirio. Essi si trovavano nel loro convento di Damasco in Siria, svolgendo la vita comunitaria, estesa all’apostolato fra la popolazione locale.

Nella notte fra il 9 e il 10 luglio 1860, furono attaccati dai Drusi di Damasco, setta religiosa di origine musulmana sciita, che in preda al loro fanatismo di insofferenza religiosa, scoppiato negli anni 1845-46 e specialmente nel 1860 contro il cristianesimo; essi percorsero la città facendo stragi di cristiani.

Gli otto francescani si rifugiarono fra le solide mura del convento, con loro si trovavano tre fratelli cristiani maroniti; purtroppo ci fu un traditore, forse fra gli inservienti locali, che introdusse gli assassini per una piccola porta, cui nessuno aveva pensato, e così furono tutti massacrati, con la ferocia che distingue i fondamentalisti islamici e che in tanti secoli ha fatto migliaia e migliaia di vittime nel mondo cristiano.

Si riportano i loro nomi:

Padri francescani:

Emanuele Ruiz, nato a Santander (Spagna) il 5 maggio 1804, 56 anni, superiore della Comunità;

Carmelo Volta, nato nella provincia di Valencia il 29 maggio 1803, 57 anni;

Engelberto Kolland, nato a Salisburgo (Austria) il 21 settembre 1827, 33 anni;

Ascanio Nicanore, nato nella provincia di Madrid nel 1814, 46 anni;

Pietro Soler, nato nella Murcia (Spagna) il 28 aprile 1827, 33 anni;

Nicola Alberga, nato nella provincia di Cordova il 10 settembre 1830, 30 anni;

Fratelli professi francescani:

Francesco Pinazo, nato nella provincia di Valencia il 24 agosto 1802, 58 anni;

Giovanni Giacomo Fernandez, nato in Galizia (Spagna) il 29 luglio 1808, 52 anni;

E poi i tre fratelli, laici di religione maronita:

Francesco, Abd-el-Mooti e Raffaele Massabki.

Furono tutti beatificati da papa Pio XI il 10 ottobre 1926 e la loro festa fissata al 10 luglio.

 

Lo stesso giorno nel Martirologio Romano, la Chiesa commemora:

– A Roma, santi martiri Felice e Filippo nel cimitero di Priscilla, Vitale, Marziale e Alessandro in quello dei Giordani, Silano in quello di Massimo, e Gennaro in quello di Pretestato: della loro congiunta memoria si rallegra la Chiesa di Roma, in un solo giorno glorificata da tanti trionfi, perché da tanta messe di esempi trae il sostegno di un’abbondante intercessione.

– A Roma al nono miglio della via Cornelia, sante Rufina e Seconda, martiri.

– In Sabina nel Lazio, sante Anatolia e Vittoria, martiri.

– In Africa, santi Gennaro e Marino, martiri.

– A Konya in Licaonia, nell’odierna Turchia, sant’Apollonio di Sardi, martire, che si tramanda abbia subito il martirio della crocifissione.

– A Nicopoli nell’antica Armenia, santi Leonzio, Maurizio, Daniele, Antonio, Aniceto, Sisinio e altri, martiri, che sotto l’imperatore Licinio e il governatore Lisia furono sottoposti a supplizi di ogni genere.

– In Pisidia, nell’odierna Turchia, santi Biánore e Silvano, martiri.

– A Nantes in Bretagna, san Pascario, vescovo, il quale accolse sant’Ermelando, che aveva chiamato dal convento di Fontenelle, insieme a dodici compagni e lo inviò sull’isola di Indre perché vi fondasse un monastero.

– A Tamise nelle Fiandre, nel territorio dell’odierno Belgio, sant’Amalberga, alla quale san Villibrordo impose il velo delle vergini consacrate.

– A Perugia, san Pietro Vincioli, sacerdote e abate, che ricostruì la fatiscente chiesa di San Pietro e vi aggiunse un monastero, in cui, fra molti contrasti, ma con grande pazienza, introdusse le consuetudini cluniacensi.

– A Odense in Danimarca, san Canuto, martire, che, re ardente di zelo, incrementò nel suo regno il culto divino, sovvenne alle condizioni del clero e, dopo aver fondato le Chiese di Lund e di Odense, fu infine ucciso da alcuni rivoltosi.

– A Orange in Francia, beate Maria Geltrude di Santa Sofia di Ripert d’Alauzin e Agnese di Gesù (Silvia) de Romillon, vergini dell’Ordine di Sant’Orsola e martiri durante la Rivoluzione francese.

– Nella città di Dô ́ng Hó’i nell’antico An Nam, ora Vietnam, santi Antonio Nguyñên (Nam) Quy ́nh e Pietro Nguyñên Khac Tu, martiri, che, catechisti, furono strangolati per la fede in Cristo sotto l’imperatore Minh Mang.

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