Santi Sette Fondatori dell’Ordine dei Servi della Beata Vergine Maria

Vengono indicati sotto questo titolo i componenti il gruppo iniziale dei Servi di Santa Maria, un Ordine mendicante sorto sul Monte Senario (Firenze) nella prima metà del XIII secolo. Fra l’XI e il XII secolo si moltiplicarono in Italia, sulla scia della riforma gregoriana, i movimenti ispirati a una spiritualità della povertà, a imitazione del Cristo povero. Erano costituiti da laici che, senza abbandonare la vita familiare e professionale, intendevano vivere la “sequela Christi” come suoi discepoli. I nostri sette santi fondatori non sono conosciuti singolarmente, ma per quello che realizzarono come gruppo. Erano tutti laici, alcuni celibi, commercianti di lana, quando iniziarono questa esperienza spirituale, animati da speciale amore alla Vergine, legati tra loro dall’ideale evangelico della comunione fraterna e del servizio ai poveri e agli ammalati. I nomi dei sette Servi di Maria, secondo il Chronicon, sono: Bonfiglio, Bonagiunta, Manetto, Sostegno, Amadio, Uguccione e Alessio. Stabilitisi inizialmente a Cafaggio, vicino a Firenze, vi rimasero sino al 1245, quando, nell’urto fra le fazioni dei guelfi e dei ghibellini, osteggiati, decisero di trasferirsi sul Monte Senario.

La comunità dei Servi di Maria si caratterizzava per povertà e spirito contemplativo, avendo scelto uno stile di vita che si richiamava alla apostolica vivendi forma. Un accento particolare era posto sulla fraternità. In un tempo in cui le rivalità seminavano odio e discordie, i sette fondatori misero in luce il valore sociale della fraternità umana: essi infatti si fecero anche servi dei bisognosi. Terza loro caratteristica era la devozione a Maria, modello di servizio a Dio e al prossimo. Ma a partire dal 1256 si verificò una svolta: si attenuò il carattere contemplativo e anche il rigore della povertà. Salvaguardato il carattere mariano dell’Ordine, si sviluppava l’attività apostolica, per cui si dovette attenuare la rigidità di alcuni punti della regola per permettere ai frati di attendere ai bisogni del loro ministero.

Sebbene la venerazione per questi santi fosse viva tra il popolo fin dagli inizi, la loro canonizzazione avvenne solo nel 1888, ad opera di Leone XIII. I loro corpi riposano in un’unica urna a Monte Senario, a significare l’unico amore che li tenne strettamente uniti in vita.

 

Lo stesso giorno nel Martirologio Romano, la Chiesa commemora:

– Ad Amasea in Ellesponto, nell’odierna Turchia, passione di san Teodoro Tirone, che, al tempo dell’imperatore Massimiano, per aver confessato la sua fede cristiana fu violentemente percosso e gettato in carcere e, infine, dato a bruciare sul rogo. Celebrò le sue lodi san Gregorio di Nissa in un celebre encomio.

– A Treviri, nella Gallia belgica, oggi in Germania, san Bonoso, vescovo, che, insieme a sant’Ilario di Poitiers, si adoperò con sollecitudine e dottrina, perché nelle Gallie si conservasse integra la fede.

– In Armenia, san Mesrop, dottore degli Armeni: discepolo di san Narsete e scrivano nel palazzo reale, divenuto monaco, creò un alfabeto, perché il popolo potesse essere avviato alle sante Scritture, tradusse i due Testamenti e compose inni e altri cantici in lingua armena.

– Nel monastero di Clúain Ednech in Irlanda, san Fintáno, abate, fondatore di quel cenobio e celebre per austerità di vita.

– Commemorazione di san Flaviano, vescovo di Costantinopoli, che, per aver difeso ad Efeso la fede cattolica, fu percosso a pugni e calci dai seguaci dell’empio Dióscoro e, condannato all’esilio, finì poco dopo la sua vita.

– A Lindisfarne in Northumbria, nell’odierna Inghilterra, san Fináno, vescovo e abate, ricco di straordinaria dottrina e di zelo per l’evangelizzazione.

– A Auxy-aux-Moines nel territorio di Thérouanne, in Francia, deposizione di san Silvino, vescovo.

– Nel monastero di Cava de’ Tirreni in Campania, san Costabile, abate: per la sua straordinaria mansuetudine e la sua carità verso tutti fu comunemente chiamato “coperta” dei fratelli.

– A Ratzeburg nell’Alsazia, ora in Germania, sant’Evermodo, vescovo, che, discepolo di san Norberto nell’Ordine premonstratense, si adoperò per la conversione del popolo dei Venedi.

– A Padova, beato Luca Belludi, sacerdote dell’Ordine dei Minori, discepolo e compagno di sant’Antonio.

– A Pyongyang in Corea, san Pietro Yu Chong-nyul, martire: padre di famiglia, mentre di notte leggeva il Vangelo ai fedeli radunati in casa del catechista, fu arrestato e, frustato a morte, morì per Cristo.

– A Rosica in Polonia, beato Antonio Leszczewicz, sacerdote della Congregazione dei Chierici Mariani e martire, che, durante l’occupazione militare di quella terra in tempo di guerra, fu bruciato dai persecutori della Chiesa per la fede in Cristo.

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