San Felice I, Papa

Secondo la breve biografia contenuta nel Liber Pontificalis Felice era romano, figlio di un certo Costantino; eletto al sommo pontificato agli inizi del 269, stabilì con un decreto che si celebrasse la Messa sulle “memorie” dei martiri; durante l’impero di Aureliano ottenne la palma del martirio e fu sepolto al secondo miglio della via Aurelia, in una basilica da lui stesso edificata, il 30 maggio 274.

Parecchie di queste notizie sono false; non consta, infatti, che Felice sia morto martire, poiché il suo nome non fu inserito nella Depositio martyrum, ma in quella episcoporum, il che vuol dire che all’inizio del sec. IV non era venerato a Roma come martire. Il suo dies natalis non è il 30 maggio come dice il Liber Pontificalis e ripete il Martirologio Romano, ma il 30 dicembre; evidentemente l’anonimo compilatore lesse III Kal.iun. invece di III Kal.ian. Non è certo che abbia edificato una basilica sulla via Aurelia ed è sicuramente falso ch’egli sia stato sepolto sulla stessa via, perché la Depositio episcoporum attesta chiaramente che il suo sepolcro era nel cimitero di Callisto sulla via Appia. L’equivoco nacque dal fatto che sulla via Aurelia era realmente sepolto e venerato un martire Felice col quale fu identificato e confuso il papa. Anche del decreto liturgico attribuitogli dal Liber Pontificalis non si può affermare l’autenticità, come è certamente apocrifa la lettera che Felice avrebbe scritto alla Chiesa di Alessandria, un frammento della quale fu riferito da s. Cirillo d’Alessandria, e letto al concilio di Efeso (431): in realtà si tratta di un falso degli Apollinaristi. L’unica notizia certa su Felice rimane perciò il latercolo della Depositio episcoporum, e gli anni del suo pontificato.

Probabilmente egli dovette interessarsi della questione di Paolo di Samosata, perché fu lui a ricevere la lettera sinodale che il concilio di Antiochia del 268 aveva inviato al papa Dionigi che nel frattempo era morto. Fu infatti durante il governo di Felice che l’imperatore Aureliano, dopo la deposizione di Paolo, decise di assegnare i beni immobili della Chiesa antiochena a quei fedeli che erano in comunione con la Chiesa di Roma.

 

Lo stesso giorno nel Martirologio Romano, la Chiesa commemora:

– A Vidin in Mesia, nell’odierna Bulgaria, sant’Erméte, esorcista e martire.

– Commemorazione di sant’Anisio, vescovo di Salonicco, che, costituito dai Romani Pontefici vicario apostolico nell’antico Illirico e colmato di lodi da sant’Ambrogio, fiorì al tempo dell’imperatore Teodosio.

– A Tours nella Gallia lugdunense, ora in Francia, san Perpetuo, vescovo, che edificò la basilica di San Martino e molte altre in onore di santi e ristabilì nella sua Chiesa l’uso dei digiuni e delle veglie.

– Ad Aosta, san Giocondo, vescovo.

– A Fly presso Beauvais nel territorio della Neustria in Francia, san Geremáro, abate del locale monastero da lui fondato.

– Ad Evesham in Inghilterra, sant’Egvino, vescovo, che fondò il monastero di questo luogo.

– In Abruzzo, san Raniero da Forcone, vescovo, del qua- le il papa Alessandro II lodò la virtù nell’amministrare i beni.

– A Canne in Puglia, san Ruggero, vescovo.

– Presso la cittadina di Frazzanò in Sicilia, san Lorenzo, monaco secondo la disciplina dei Padri orientali, insigne per austerità di vita e instancabile nella predicazione.

– Presso Palestrina nel Lazio, beata Margherita Colonna, vergine, che preferì alle ricchezze e ai piaceri del mondo la povertà per Cristo, che ella servì professando la regola di santa Chiara.

– A Genova, beata Eugenia Ravasco, vergine, che fondò l’Istituto delle Suore Figlie dei Sacratissimi Cuori di Gesù e di Maria, alle cui cure affidò l’educazione della gioventù femminile e la dedizione alle necessità dei malati e dei bambini.

– Nel territorio di Pancalieri vicino a Torino, beato Giovanni Maria Boccardo, sacerdote, che tra le molte fatiche intraprese per l’assistenza agli anziani e ai malati e per l’educazione cristiana della gioventù fondò la Congregazione delle Suore Povere Figlie di San Gaetano

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