Sant’ Alfonso Rodriguez, Vedovo, Religioso gesuita

Nato a Segovia in Spagna nel 1531, Alfonso si dedicò per parecchio tempo all’attività di mercante. A 35 anni tornò a scuola per proseguire gli studi interrotti in gioventù. Nel 1573, a 42 anni, rimasto vedovo ed essendo morti anche i suoi due figli, si presentò come novizio in un convento della Compagnia di Gesù. Venne accolto ma egli, nonostante il suo notevole bagaglio culturale, volle restare come fratello coadiutore, addetto ai servizi più umili della comunità, e per il resto della vita fu portinaio nella casa-collegio di Monte Sion a Palma de Maiorca, da dove passavano i missionari della Compagnia diretti in America. Dotato di speciali carismi spirituali, devotissimo di Maria, era molto ricercato per consigli e venerato per la sua santità. Per tutti l’incontro con il santo portinaio era un’esperienza decisiva, come nel caso di S. Pietro Claver, allora studente nel collegio di Monte Sion: è rimasta celebre la visione che il Rodriguez ebbe circa il futuro apostolato tra i negri della Colombia dello stesso Claver, diventato poi l’apostolo degli schiavi. Alfonso ebbe da Dio anche il dono di guarire numerosi malati che gli venivano portati nella portineria o che egli visitava nelle loro case. Il suo ultimo anno di vita lo trascorse a letto tra indicibili sofferenze a causa di dolorose piaghe alle gambe e di calcoli renali. Nelle fasi acute della malattia egli pregava così: «Gesù, Maria, miei dolcissimi amori, fatemi la grazia di soffrire e di morire per vostro amore; concedetemi di appartenere tutto a voi, e niente affatto a me stesso». E Gesù e Maria gli apparvero più volte per consolarlo dei dolori, delle vessazioni diaboliche e delle aridità di spirito. Il Rodriguez lasciò molti scritti spirituali, redatti per obbedienza ai superiori, che furono pubblicati in tre volumi. Morì il 31 ottobre 1617 dopo aver pronunciato, con un lungo sospiro, il nome adorabile di Gesù. Leone XII lo beatificò il 20 maggio 1825 e Leone XIII lo canonizzò il 15 gennaio 1888.

 

Lo stesso giorno nel Martirologio Romano, la Chiesa commemora:

– Ad Alessandria d’Egitto, sant’Epimachio di Pelusio, martire, che, come si tramanda, durante la persecuzione dell’imperatore Decio, vedendo che il prefetto costringeva i cristiani a sacrificare agli idoli, tentò di rovesciare l’altare e fu per questo arrestato, torturato e, infine, decapitato con la spada.

– Nella cittadina in seguito insignita del suo nome nel territorio dell’odierna Francia, san Quintino, martire, che, senatore, subì la passione per Cristo sotto l’imperatore Massimiano.

– A Fosses nel Brabante, nel territorio dell’odierno Belgio, san Foillano, sacerdote e abate, che, di origine irlandese, fu fratello e compagno di san Furséo e, sempre fedele alle norme monastiche della sua patria, fondò a Fosses e a Nivelles due monasteri, l’uno maschile e l’altro femminile, e fu ucciso da alcuni briganti mentre si recava in visita dall’uno all’altro.

– A Milano, sant’Antonino, vescovo, che si adoperò molto per estinguere tra i Longobardi l’eresia ariana.

– A Ratisbona nella Baviera, in Germania, san Volfango, vescovo, che, dopo aver svolto l’ufficio di maestro di scuola e aver fatto professione di vita monastica, elevato alla sede episcopale, ristabilì la disciplina del clero e morì umilmente mentre era in visita nel territorio di Pupping.

– A Cahors in Aquitania, ora in Francia, beato Cristoforo di Romagna, sacerdote dell’Ordine dei Minori, che, mandato da san Francesco, morì centenario dopo molte fatiche intraprese per la salvezza delle anime.

–  A Rieti, beato Tommaso da Firenze Bellaci, religioso dell’Ordine dei Minori, che, partito per la Terra Santa e l’Etiopia, patì il carcere e le torture per Cristo da parte degli in- fedeli e, tornato infine in patria, riposò in pace quasi centenario.

– A Youghall in Irlanda, beato Domenico Collins, religioso della Compagnia di Gesù e martire, che, a lungo detenuto e ripetutamente interrogato e sottoposto a tortura, professò con fermezza la sua fede cattolica e portò per questo a termine il suo martirio con l’impiccagione.

– Nella cittadina di Piotrków Kujawski in Polonia, beato Leone Nowakowski, sacerdote e martire, che, durante l’occupazione militare della Polonia, fu fucilato per aver difeso strenuamente la fede davanti al regime nemico di Dio.

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