San Marciano di Siracusa

San Marciano di Siracusa

Le fonti che parlano del vescovo e martire Marciano sono del VII secolo, mentre lui è vissuto nel primo. Secondo esse Marciano fu discepolo di san Pietro ad Antiochia e fu da lui inviato in Sicilia a predicare il Vangelo. Operò molte conversioni e per questa sua attività fu ucciso. È ritenuto il primo vescovo di Siracusa. La sua più antica raffigurazione si trova nelle catacombe di Santa Lucia. Alcune sue reliquie sono giunte nel Lazio, nella cattedrale di Gaeta, di cui è compatrono. La data della sua celebrazione è variamente fissata, secondo le varie fonti che parlano di lui; in Occidente fu inserito per la prima volta nel “Martirologio Romano” al 14 giugno, dal celebre Cesare Baronio, nel XVII secolo. Ma in Oriente la sua memoria era già conosciuta e veniva ricordato in alcuni libri il 30 ottobre ed in altri il 31. Il Calendario marmoreo di Napoli lo riporta al 30 e in quest’ultima data è inserito nell’ultimissima edizione del “Martyrologium Romanum”. Le più antiche fonti che parlano di San Marciano risalgono al VII secolo e quindi risentono della mancanza di certezze storiche, perché si rifanno a tradizioni locali.

Marciano fattosi discepolo di San Pietro apostolo, in Antiochia, quindi è del I secolo, fu da lui inviato in Sicilia a predicare il Vangelo; qui si fermò a Siracusa dove operò molte conversioni, accompagnate da miracoli, finché non venne ucciso ‘da coloro che in quel tempo avevano indegnamente lo scettro del comando‘. È ritenuto il primo vescovo di Siracusa, le successive narrazioni, non aggiungono niente di nuovo a quanto detto, anzi si contraddicono perché pongono la sua morte nel III secolo, se non più tardi, presentandolo arbitrariamente anche come un ottimo religioso e superiore di un monastero. Anche qualche opera archeologica, come la cosiddetta “Cripta di San Marciano” presso la Catacomba di San Giovanni, non aiuta ad inquadrare meglio il periodo della sua esistenza e morte; essa fu creduta, a partire dal secolo XVII, che fosse stata costruita sul sepolcro del santo e nel contempo sul luogo della sua abitazione e predicazione, datandola quindi al I secolo, invece non è altro che un ipogeo funerario del IV secolo, trasformato in santuario cristiano nel periodo normanno. La sua più antica raffigurazione è del secolo VIII-IX quindi del periodo bizantino e si trova nelle catacombe di S. Lucia. Esso è venerato come patrono dell’Arcidiocesi di Siracusa.

Lo stesso giorno nel Martirologio Romano, la Chiesa commemora:

– Commemorazione di san Serapione, vescovo di Antiochia, che, rinomato per erudizione e dottrina, lasciò non minore fama di santità.

– Ad Alessandria d’Egitto, santa Eutropia, martire, che rese lo spirito tra crudelissimi supplizi per essersi rifiutata di rinnegare Cristo.

–  A Tangeri in Mauritania, nell’odierno Marocco, passione di san Marcello, centurione, che nella festa dell’imperatore, mentre tutti sacrificavano agli dei, gettò la cintura militare, le armi e la vita stessa davanti alle insegne, professando di essere cristiano e di non poter più obbedire adeguatamente al giuramento militare, ma solo a Gesù Cristo, subendo per questo il martirio per decapitazione.

–  A León in Spagna, santi Claudio, Lupercio e Vittorio, martiri, che subirono la passione in quanto cristiani durante la persecuzione dell’imperatore Diocleziano.

–  A Cuma in Campania, san Massimo, martire.

–  A Capua sempre in Campania, san Germano, vescovo, di cui scrisse il papa san Gregorio Magno.

–  A Potenza, san Gerardo, vescovo.

–  A Cividale del Friuli, beata Benvenuta Boiani, vergine, suora della Penitenza di San Domenico, che si consacrò totalmente alla preghiera e a una vita di mortificazione.

– A Winchester in Inghilterra, beato Giovanni Slade, martire, che fu appeso al patibolo e crudelmente sventrato per aver ricusato il potere della regina Elisabetta I in materia spirituale.

– A Limerick in Irlanda, passione del beato Terenzio Alberto O’Brien, vescovo e martire, che, membro dell’Ordine dei Predicatori, posto a capo della Chiesa di Emly, si adoperò intensamente per l’assistenza agli appestati, ma arrestato dai soldati sotto il governo di Oliviero Cromwell, fu condotto al patibolo in odio al sacerdozio e alla fede cattolica.

– Ad Acri in Calabria, beato Angelo, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, che, percorrendo instancabilmente il regno di Napoli, predicò la parola di Dio con un linguaggio adatto ai semplici.

–  Ad Angers in Francia, beato Giovanni Michele Langevin, sacerdote e martire, ghigliottinato per il suo sacerdozio, primo di una schiera di circa cento tra uomini e donne, che, durante l’epoca del terrore nel corso della Rivoluzione francese, rimasero fermamente e coraggiosamente uniti fino alla morte nel professare la fede in Cristo.

–  Nella cittadina di Dolinka vicino a Karaganda nel Kazakistan, beato Alessio Zaryckyj, sacerdote e martire, che, deportato sotto un regime ostile a Dio in un campo di prigionia, nel combattimento per la fede conquistò la vita eterna.

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