Sant’Ignazio d’Antochia

Questo discepolo di san Giovanni Apostolo è conosciuto anche come “L’illuminatore”. Nacque a Roma intorno all’anno 35. Inizialmente pagano, si convertì quando era già in età adulta. Nel 69, sostituì san Pietro alla guida della chiesa di Antiochia, in Siria, la terza metropoli del mondo antico dopo Roma e Alessandria d’Egitto.

Condannato a essere divorato dalle fiere sotto l’imperatore Traiano, fu portato a Roma e qui coronato da un glorioso martirio.  Durante il viaggio, scrisse sette lettere a tutte le chiese che incontrò nel suo viaggio da Antiochia verso la capitale dell’Impero Romano.  Nelle epistole esortava i fratelli a servire Dio in comunione con i vescovi e a non impedire che egli fosse immolato come vittima per Cristo.

Dalla data del 1° febbraio, la memoria di Sant’Ignazio Martire è stata riportata ad oggi, data tradizionale del suo martirio, dal nuovo Calendario ecclesiastico, che la prescrive come obbligatoria per tutta la Chiesa.

 

Lo stesso giorno nel Martirologio Romano, la Chiesa commemora:

Sant’Osea, profeta, che, non solo con le parole, ma anche con la vita, mostrò all’infedele popolo di Israele il Signore come Sposo sempre fedele e mosso da infinita misericordia;

santi Rufo e Zosimo, martiri, che il beato Policarpo associò nel martirio a sant’Ignazio, scrivendo ai Filippesi: «Essi condivisero la passione del Signore e non amarono il secolo presente, ma colui che per loro e per tutti è morto e risorto»;

– In Africa proconsolare, nell’odierna Tunisia, santi martiri Volitani, che sant’Agostino celebrò in un suo sermone.

– Ad Asyut in Egitto, san Giovanni, eremita, che, tra i tanti segni di virtù, fu insigne anche per lo spirito di profezia.

– Ad Agen in Aquitania, ora in Francia, san Dulcedio, vescovo, che difese tenacemente la fede cattolica contro l’eresia ariana.

– A Orange in Provenza in Francia, san Fiorenzo, vescovo.

– A Tolosa sempre in Francia, anniversario della morte del beato Gilberto, abate di Cîteaux, che, di origine inglese, fu uomo di alta scienza e difese san Tommaso Beckett in esilio.

– A Binasco in Lombardia, beato Baldassarre da Chiavari Ravaschieri, sacerdote dell’Ordine dei Minori.

– A Wrexham in Galles, san Riccardo Gwyn, martire, che, padre di famiglia e maestro di scuola, professò la fede cattolica e, arrestato per aver persuaso altri ad abbracciarla, dopo lunghi tormenti, invitto nella fede, fu impiccato sul patibolo e sventrato ancora vivo.

– A Roma, beato Pietro della Natività della Beata Vergine Maria Casani, sacerdote dell’Ordine dei Chierici regolari delle Scuole Pie, che mise le sue doti di natura e di grazia a servizio dell’istruzione dei fanciulli, lieto soltanto di servire Dio nei piccoli.

– Nel territorio di Laval sempre in Francia, beato Giacomo Burin, sacerdote e martire, che si adoperò molto durante la rivoluzione francese nell’esercizio clandestino del ministero pastorale e, fuggendo di casa in casa dall’orda dei suoi persecutori, morì alla fine fucilato con il calice tra le mani.

– A Valencienne ancora in Francia, beata Maria Natalia di San Luigi (Maria Luisa Giuseppa) Vanot e quattro compagne, vergini dell’Ordine delle Orsoline e martiri, che, condannate a morte durante la rivoluzione francese in odio alla fede cattolica, salirono il patibolo recitando il salmo Miserere.

– A Huê nell’antico An Nam, ora Vietnam, sant’Isidoro Gagelin, sacerdote della Società per le Missioni Estere di Parigi e martire, strangolato per Cristo sotto l’imperatore Minh Mang.

– A Suna presso il lago Maggiore, beato Contardo Ferrini, che, nell’educare i giovani, con il suo esempio di fede e di vita cristiana andò ben oltre la scienza umana.

– A Ciudad Real in Spagna, beato Fedele Fuidio Rodríguez, religioso della Società  di Maria e martire, che, in tempo di persecuzione contro la fede, fucilato passò al Signore.

– In località a La Nucía vicino ad Alicante sempre in Spagna, beato Raimondo Stefano Bou Pascual, sacerdote e martire, che, durante la stessa persecuzione, come un fedele discepolo, meritò la salvezza nel sangue di Cristo.

– Nella città di Algemesí nel territorio di Valencia ancora in Spagna, beata Tarsilla Córdoba Belda, martire, che, madre di famiglia, sempre nella stessa persecuzione fu accolta da Cristo nella gloria.

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