Beati Alfonso Lopez Lopez e Michele Remon Salvador, Frati Minori Conventuali, martiri

Alfonso López López sacerdote

Secorun, Spagna, 16 novembre 1878 – Samalus, Spagna, 3 agosto 1936

Federico Lopez Lopez nacque a Secorun, nei pressi di Huesca in Spagna, il 16 novembre 1878. Ricoprì diversi uffici civili ma, sentendosi chiamato alla vita religiosa, nel 1906 lasciò tutto ed entrò nell’Ordine dei Frati Minori Conventuali nel convento di Granollers. Inviato in Italia, venne ricevuto nella Provincia Serafica dell’Umbria. Compì il noviziato ad Osimo, emettendo la professione temporanea nel 1908 e quella solenne nel 1911, anno in cui fu ordinato sacerdote. Come religioso aveva assunto il nome di Alfonso. Fu penitenziere nella basilica di Loreto.

Padre Alfonso tornò poi in patria a Granollers, dove svolse fino al 1935 l’incarico di maestro dei postulanti e dei novizi. Si distinse sempre come cristiano virtuoso, principalmente nell’amore a Dio ed al prossimo, nonchè nella devozione alla Vergine Maria. Fu un ottimo formatore degli aspiranti alla vita consacrata, che dirigeva soprattutto con l’esempio della sua stessa vita.

Allo scoppio della guerra civile spagnola, Padre Alfonso si rifugiò in casa di alcuni amici. Fu comunque scovato ed arrestato il 3 di agosto 1936, insieme con Fra’ Miguel Remon Salvador ed un altro confratello che però si salvò. I due furono intrepidi di fronte alla sollecitazione all’apostasia. Alla fine li condussero a Samalus e li fucilarono in serata, mentre Padre Alfonso ripeteva, con spirito di fede e di carità: “Perdonali, Signore”.

 

Miguel Remon Salvador religioso

Caudé, Spagna, 17 settembre 1907 – Samalus, Spagna, 3 agosto 1936

Eugenio Remon Salvador nacque a Caudé, nella diocesi spagnola di Teruel, il 17 settembre 1907. Sentendosi chiamato alla vita religiosa, nel 1927 entrò nel convento di Granollers dei Frati Minori Conventuali, ove fece il noviziato sotto la guida del maestro Padre Alfonso Lopez Lopez, poi suo compagno di martirio.

Emise i voti temporanei nel 1928 e quelli solenni nel 1933. Come religioso assunse il nome di Miguel. Si dimostrò sempre affabile e pacifico: espletava i compiti affidatigli con grande spirito di servizio. Fu inviato in Italia per due anni, per svolgere alcuni incarichi nella celebre basilica di Loreto. Fece infine ritorno in patria a Granollers nel 1935.

A causa della rivoluzione anticristiana si rifugiò in casa di alcuni amici con il suo maestro, ove furono arrestati il 3 agosto 1936. La sera dello stesso giorno entrambi vennero fucilati insieme, dopo aver detto: “Non rinnegheremo mai quelle cose che abbiamo professato”.

 

Alfonso Lopez Lopez, Michele Remon Salvador e quattro loro confratelli appartenenti all’Ordine dei Frati Minori Conventuali furono beatificati l’11 marzo 2001 da Papa Giovanni Paolo II con un gruppo composto complessivamente di ben 233 martiri della medesima persecuzione.

 

Lo stesso giorno nel Martirologio Romano, la Chiesa commemora:

– A Napoli, sant’Asprenato, primo vescovo della città.

– A Autun nella Gallia lugdunense, in Francia, sant’Eufronio, vescovo, che costruì la basilica di san Sinforiano martire e ornò con maggior decoro il sepolcro di san Martino di Tours.

– Sul monte Massico in Campania, san Martino, che condusse vita solitaria e rimase per molti anni recluso in un angustissimo speco.

– Ad Anagni nel Lazio, san Pietro, vescovo, che rifulse dapprima per l’osservanza monastica e in seguito per lo zelo pastorale, portando a termine la costruzione della cattedrale.

– A Lucera in Puglia, beato Agostino Kazotic, vescovo, dell’Ordine dei Predicatori, che dapprima resse la Chiesa di Zagabria e poi, per l’ostilità del re di Dalmazia, raggiunse la sede di Lucera, dove ebbe somma cura dei poveri e dei bisognosi.

– Ad Alicante in Spagna, beato Salvatore Ferrandis Seguì, sacerdote e martire, che versò il sangue per Cristo durante la persecuzione contro la fede e conseguì la palma della vittoria.

– A Barcellona ancora in Spagna, beato Francesco Bandrés Sánchez, sacerdote della Società Salesiana e martire, che sempre nella stessa persecuzione confermò con il suo sangue la propria fedeltà al Signore.

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