San Tommaso Garnet, sacerdote gesuita e martire

Sacerdote gesuita, nacque a Soutwark (Londra) nel 1575, studiò in Francia e Spagna e ordinato sacerdote nel 1599, lavorò nella missione volante inglese, finché entrò nell’Ordine dei Gesuiti, accolto dal superiore Enrico Garnet, suo zio.

Coinvolto nella repressione anticattolica in atto in Inghilterra, sotto il regno di Giacomo I, successore della anch’essa ostile, regina Elisabetta I, fu mandato in esilio in Belgio a Lovanio.

Nel 1607 tornò in patria, ma tradito da una spia fu imprigionato e poi condannato a morte perché si era rifiutato di giurare fedeltà al re, non riconoscendogli così la sua supremazia anche sulle coscienze dei sudditi.

Il 23 giugno 1608, salito sul patibolo al Tyburn di Londra, protestò la sua innocenza al popolo, spiegò la sua gioia di morire per la fede, indicò uno per uno coloro che avevano contribuito alla sua morte, dicendo parole di perdono per ognuno. Recitò prima di essere impiccato le preghiere della fede con particolare fervore.

La sua morte fu di stimolo ai cattolici e circa duecento fedeli che avevano abbracciato la Riforma anglicana ritornarono nella Chiesa Cattolica.

Fu beatificato nel 1929 da papa Pio XI e poi è stato canonizzato il 21 giugno 1970 da papa Paolo VI insieme ad altri 39 sacerdoti e laici martiri dal 1535 al 1679 in Inghilterra e Galles.

 

Lo stesso giorno nel Martirologio Romano, la Chiesa commemora:

moltissimi santi martiri di Nicomedia, che, rifugiatisi sui monti e nelle grotte al tempo dell’imperatore Diocleziano, subirono con animo sereno il martirio per la fede in Cristo.

– Nel monastero di Ely nell’Inghilterra orientale, santa Edeltrude, badessa: figlia del re e lei stessa regina di Northumbria, rifiutate per due volte le nozze, ricevette dal santo presule Vilfrido il velo monacale nel monastero da lei stessa fondato e che, divenuta madre di moltissime vergini, resse con il suo esempio e con i suoi consigli.

– A Vannes in Bretagna, san Bilio, vescovo e martire, che si tramanda sia stato ucciso dai Normanni durante la de- vastazione della città.

– A Pavia, san Lanfranco, vescovo, che, uomo di pace, patì molto per favorire la riconciliazione e la concordia nella città.

– A Onhaye nell’Hainault, nell’odierno Belgio, san Valero, sacerdote, che si tramanda sia stato ucciso con un remo, mentre attraversava la Mosa, da un nipote sacerdote, di cui aveva biasimato i costumi.

– A Oignies sempre nell’Hainault, nel territorio dell’odierna Francia, beata Maria, che, ricca di doni mistici, con il consenso del marito, visse reclusa in una cella e poi fondò e regolamentò l’Istituto detto delle Beghine.

– Nell’eremo di Valmanente nelle Marche, beato Pietro Giacomo da Pesaro, sacerdote dell’Ordine degli Eremiti di Sant’Agostino.

– A Torino, san Giuseppe Cafasso, sacerdote, che si dedicò alla formazione spirituale e culturale dei futuri sacerdoti e a riconciliare a Dio i poveri carcerati e i condannati a morte.

– Ad Alatri nel Lazio, beata Maria Raffaella (Santina) Cimatti, vergine, delle Suore della Misericordia per gli Infermi, che condusse una vita umile e nascosta, adoperandosi con cordiale carità e costante attenzione specialmente per i malati e i poveri.

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