Beati 19 Martiri d’Algeria, beatificati nel 2018

Diciannove religiosi, quasi tutti di origini straniere, sono stati uccisi in Algeria negli anni dal 1994 al 1996, quando i gruppi islamisti armati erano al potere. Pur comprendendo i rischi a cui andavano incontro, scelsero di restare nel Paese, per offrire speranza al popolo algerino e per essere un segno di presenza cristiana, in dialogo con il mondo islamico. A capo del gruppo è stato posto monsignor Pierre-Lucien Claverie, vescovo di Orano e religioso domenicano, ma comprende anche sette monaci trappisti, quattro Padri Bianchi, due suore Agostiniane Missionarie, due Suore Missionarie di Nostra Signora degli Apostoli, una Piccola Suora del Sacro Cuore, una Piccola Suora dell’Assunzione e un religioso marista. Sono stati beatificati l’8 dicembre 2018 a Orano, nella basilica di Nostra Signora di Santa Cruz, sotto il pontificato di papa Francesco. La loro memoria liturgica cade l’8 maggio, giorno della nascita al Cielo dei primi due che vennero uccisi, fratel Henri Vergès e suor Paul-Hélène Saint-Raymond.

Il contesto storico

Monsignor Pierre-Lucien Claverie, vescovo domenicano di Orano, e i suoi 18 compagni, tutti religiosi, sono accomunati dall’aver perso la vita nei cosiddetti “anni neri” per l’Algeria, ossia da quando i gruppi islamisti armati cominciarono a prendere potere nel Paese.

Dal 1991 al 2002, anno in cui la situazione tornò alla normalità, furono uccisi circa duecentomila algerini musulmani, compreso un centinaio di imam, che non avevano voluto giustificare la violenza con pretesti religiosi.

Non ci fu una persecuzione vera e propria contro i cristiani, come avvenuto, ad esempio, nella Spagna del 1936. L’odio alla fede era motivato dal fatto che i religiosi che avevano scelto di restare nel Paese, mentre molti altri di varie congregazioni l’avevano invece lasciato, volevano restare accanto al popolo che servivano e in cui avevano molti amici.

I martiri in breve

I primi dell’elenco sono il fratello marista Henri Vergès e suor Paul-Hélène Saint Raymond, delle Piccole Suore dell’Assunzione. Vennero assassinati l’uno a breve distanza dall’altra, nel primo pomeriggio dell’8 maggio 1994, sul luogo del loro servizio: la biblioteca diocesana, situata nel quartiere popolare della Casbah, frequentata da un migliaio di giovani.

Il 23 ottobre successivo fu la volta di due suore Agostiniane Missionarie, suor Esther Paniagua Alonso e suor Caridad Álvarez Martín: morirono mentre andavano alla Messa domenicale a Bab el-Oued, dalle Piccole Sorelle di Gesù.

Il 27 dicembre 1994, quattro sacerdoti dei Missionari d’Africa, detti Padri Bianchi, vennero invece uccisi a colpi di kalashnikov nel cortile della loro casa di Tizi Ouzou. Erano i padri Alain Dieulangard, Jean Chevillard, Christian Chessel e Charles Deckers. Quest’ultimo, cappellano della basilica di Nostra Signora d’Africa ad Algeri, aveva raggiunto Tizi Ouzou per festeggiare l’onomastico di padre Jean e il proprio compleanno, che era il giorno precedente.

Due Suore Missionarie di Nostra Signora degli Apostoli, che avevano continuato la loro missione di cura verso i neonati e le giovani algerine, vennero assassinate il 3 settembre 1995 a Belcourt, quartiere di Algeri. I loro nomi erano suor Bibiane (al secolo Denise) Leclerc e suor Angèle-Marie (Jeanne) Littlejohn.

Quasi tre mesi dopo, accadde a suor Odette Prévost, delle Piccole Suore del Sacro Cuore (una delle congregazioni che s’ispirano al Beato Charles de Foucauld) di dare la vita, mentre aspettava l’automobile con cui sarebbe stata accompagnata a Messa: era il 10 novembre 1995.

Ma la storia che più ha avuto risalto e che è assai più conosciuta, anche al di fuori del contesto ecclesiale, è quella dei sette monaci trappisti del monastero di Nostra Signora dell’Atlante (Notre-Dame de l’Atlas) a Tibhirine.

Il priore dom Christian de Chergé, il fratello converso Luc (al secolo Paul) Dochier, padre Christophe Lebreton, fratel Michel Fleury, padre Bruno (Christian) Lemarchand, proveniente dal monastero di Fès, padre Célestin Ringeard e fratel Paul Favre-Mirille furono rapiti da un commando del Gruppo Islamico Armato (GIA) la notte del 26 marzo 1996. Un comunicato dei terroristi, datato 21 maggio 1996, riferì della loro esecuzione.

L’ultimo a cadere fu monsignor Pierre-Lucien Claverie: era di ritorno da una celebrazione in loro suffragio, il 1° agosto 1996, quando fu ucciso da una bomba nel vescovado di Algeri. Con lui morì Mohamed Bouchikhi, musulmano, suo autista e amico.

Il percorso verso gli altari

Le prime fasi della causa iniziarono dopo la celebrazione al Colosseo di Roma del 7 maggio 2000, quando alcuni degli istituti religiosi coinvolti nei massacri e le famiglie d’origine dei missionari sollecitarono monsignor Henri Teissier, vescovo di Algeri, ad avviarla. Tuttavia, almeno per il momento, non fu possibile, anche perché, per alcuni di essi, non erano ancora trascorsi i cinque anni dalla morte, previsti dalla normativa per le cause di beatificazione e canonizzazione.

Nel maggio 2002 si svolse una riunione, dalla quale emerse la necessità di raccogliere materiale e documentazione, come avevano già fatto le suore Agostiniane Missionarie per le loro due consorelle uccise.

Nel 2005 il materiale fu esaminato e, visto il gran numero di pubblicazioni in varie lingue, segno di un’evidente e globale fama di santità, monsignor Teissier nominò postulatore fratel Giovanni Maria Bigotto, marista.

La causa, denominata quindi “Pierre Claverie e diciotto compagni”, si è quindi svolta presso la diocesi di Orano a partire dal 5 ottobre 2007. In precedenza, il 5 luglio 2006, era stato ottenuto il trasferimento dal Tribunale ecclesiastico di competenza per i Servi di Dio morti nel territorio della diocesi di Algeri. La Santa Sede aveva invece rilasciato il nulla osta il 31 marzo 2007.

La conclusione dell’inchiesta diocesana si è svolta nell’ottobre 2012. Gli atti dell’inchiesta sono stati convalidati il 15 febbraio 2013. Dopo la nomina del nuovo postulatore, il trappista padre Thomas Georgeon, è quindi iniziata la lavorazione della “Positio super martyrio”, che è stata presentata nel luglio 2016.

I Consultori teologi della Congregazione delle Cause dei Santi hanno esaminato la “Positio” il 30 maggio 2017, mentre i cardinali e i vescovi membri della stessa Congregazione hanno emesso il loro parere positivo il 16 gennaio 2018.

Il riconoscimento del martirio e la beatificazione

Dieci giorni dopo, il 26 gennaio, ricevendo in udienza il cardinal Angelo Amato, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto con cui monsignor Claverie e i suoi diciotto compagni potevano essere dichiarati martiri.

Il rito della beatificazione si è svolto l’8 dicembre 2018 a Orano, nella basilica di Nostra Signora di Santa Cruz (Santa Cruz è un quartiere di Orano, fondato da immigrati spagnoli). A presiederlo come inviato speciale del Santo Padre, il cardinal Giovanni Angelo Becciu, successore del cardinal Amato come Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.

La loro memoria liturgica è stata fissata all’8 maggio, giorno della nascita al Cielo di fratel Henri Vergès e di suor Paul-Hélène Saint-Raymond.

Le singole schede biografiche

Contrariamente all’uso di questo sito, nel corpo del testo delle singole schede anche i nomi religiosi (per quelli che hanno cambiato il nome di Battesimo) sono stati lasciati in francese, non italianizzati, perché i singoli Beati sono più noti in questo modo.

97821 – Henri Vergès, Fratello Marista delle Scuole

97817 – Paul-Hélène Saint–Raymond, Piccola Suora dell’Assunzione

† Algeri, 8 maggio 1994

97815 – Esther Paniagua Alonso, Suora Agostiniana Missionaria

97814 – Caridad Álvarez Martín, Suora Agostiniana Missionaria

† Bab el-Oued, 23 ottobre 1994

97823 – Jean Chevillard, sacerdote dei Missionari d’Africa (Padri Bianchi)

97819 – Charles Deckers, sacerdote dei Missionari d’Africa (Padri Bianchi)

97820 – Christian Chessel, sacerdote dei Missionari d’Africa (Padri Bianchi)

97818 – Alain Dieulangard, sacerdote dei Missionari d’Africa (Padri Bianchi)

† Tizi Ozou, 27 dicembre 1994

97822 – Angèle-Marie (Jeanne) Littlejohn, Suora Missionaria di Nostra Signora degli Apostoli

97813 – Bibiane (Denise) Leclercq, Suora Missionaria di Nostra Signora degli Apostoli

† Algeri, 3 settembre 1995

97816 – Odette Prévost, Piccola Suora del Sacro Cuore

† Algeri, 10 novembre 1995

95846 – I 7 monaci trappisti di Tibhirine

97740 – Christian de Chergé, sacerdote dell’Ordine Cistercense della Stretta Osservanza (Trappisti)

97741 – Luc Dochier, religioso dell’Ordine Cistercense della Stretta Osservanza (Trappisti)

97742 – Christophe Lebreton, sacerdote dell’Ordine Cistercense della Stretta Osservanza (Trappisti)

97743 – Bruno Lemarchand, sacerdote dell’Ordine Cistercense della Stretta Osservanza (Trappisti)

97744 – Michel Fleury, religioso dell’Ordine Cistercense della Stretta Osservanza (Trappisti)

97745 – Célestin Ringeard, sacerdote dell’Ordine Cistercense della Stretta Osservanza (Trappisti)

97746 – Paul Favre-Miville, religioso dell’Ordine Cistercense della Stretta Osservanza (Trappisti)

† nei pressi di Médéa, 21 maggio 1996

95847 – Pierre-Lucien Claverie, vescovo, dell’Ordine dei Padri Predicatori (Domenicani)

† Orano, 1° agosto 1996

 

Lo stesso giorno nel Martirologio Romano, la Chiesa commemora:

– A Milano, san Vittore, martire, che, di origine mora, mentre era soldato nell’esercito imperiale, all’imposizione da parte di Massimiano di sacrificare agli idoli depose le armi e, condotto a Lodi, morì decapitato con la spada.

  1. A Bisanzio, sant’Acacio, soldato, martire.

– Ad Auxerre nella Gallia lugdunense, in Francia, sant’Elladio, vescovo.

– Presso il monte Scete in Egitto, sant’Arsenio, che fu, secondo la tradizione, diacono della Chiesa di Roma; ritiratosi a vita solitaria al tempo dell’imperatore Teodosio, pieno di ogni virtù rese lo spirito a Dio.

– Nel territorio di Châlons in Francia, san Gibriano, sacerdote, che, venuto dall’Irlanda, fu pellegrino per Cristo in Francia.

– A Bourges nella regione dell’Aquitania, in Francia, san Desiderato, vescovo, che fu dapprima guardasigilli del re e dotò questa Chiesa di reliquie dei martiri.

– A Saujon nel territorio di Saintes sempre in Francia, san Martino, sacerdote e abate.

– A Roma presso san Pietro, san Bonifacio IV, papa, che trasformò in chiesa il tempio del Pantheon ottenuto dall’imperatore Foca e lo dedicò a Dio in onore della Beata Maria e di tutti i martiri; fu pieno di meriti anche a riguardo della vita monastica.

– Sempre a Roma, san Benedetto II, papa, che fu amante della povertà, umile e mansueto e rifulse per la pazienza e per le elemosine.

– A Verona, san Metrone, eremita, che si dice abbia condotto un’austera vita di penitenza.

– A Roermond sulla Mosa nel Brabante in Austrasia, nel territorio dell’odierna Olanda, san Viro, che insieme ai suoi compagni Plechelmo e Odgero si ritiene si sia adoperato per l’evangelizzazione di questa regione.

– A Saludecio, oggi in Romagna, beato Amato Ronconi, insigne per lo spirito di ospitalità e l’assistenza ai pellegrini.

– Nel monastero di Santa Maria della Serra nelle Marche, beato Angelo da Massaccio, sacerdote dell’Ordine dei Camaldolesi e martire, strenuo difensore dell’osservanza del giorno del Signore.

– A Randazzo in Sicilia, beato Luigi Rabata, sacerdote dell’Ordine dei Carmelitani, fedelissimo nell’obbedienza alla regola e fulgido esempio di carità verso i nemici.

– Nel Québec in Canada, beata Maria Caterina di Sant’Agostino (Caterina) Symon de Longprey, vergine delle Suore Ospedaliere delle Misericordia dell’Ordine di Sant’Agostino, che, dedita alla cura degli infermi, si distinse nel dare loro speranza e consolazione.

– Nel territorio di Hegne nel Baden in Germania, beata Ulderica (Francesca) Nisch, vergine, delle Suore della Carità della Santa Croce, che nei servizi più umili, specialmente nelle mansioni di aiuto cuoca, si dimostrò instancabile ancella del Signore.

– Nel campo di sterminio di Auschwitz vicino a Cracovia in Polonia, beato Antonio Bajewski, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali e martire, che, durante l’imperversare della guerra, crudelmente torturato in carcere per la sua fede raggiunse la gloria di Dio.

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