San Damiano de Veuster, sacerdote

L’apostolo dei lebbrosi nacque a Tremelo, nella regione fiamminga del Belgio, il 3 gennaio 1840. Figlio di contadini, seguendo le orme del fratello Augusto entrò nella congregazione dei Sacri Cuori (più nota col none di Picpus) e cambiò il nome di battesimo, Giuseppe, in quello di Damiano. All’inizio del secondo anno di teologia, poiché suo fratello, destinato alle missioni delle Hawai, alla vigilia della partenza si era ammalato, ottenne di prenderne lui il posto e nel marzo 1884 approdò a Honolulu, dove fu ordinato sacerdote. Il regno indigeno delle Hawai, che soltanto nel 1894 deporrà la regina Liliouokolani proclamando la repubblica e sei anni dopo voterà l’annessione agli Stati Uniti, attraversava allora un momento difficile dal punto di vista sanitario: i commercianti stranieri e i marinai vi avevano importato malattie che la popolazione non era in grado di affrontare, tra cui la lebbra, che in un’epidemia provocò migliaia di morti. Avendo il re deciso di concentrare i lebbrosi in alcune colonie situate nell’isola di Molokai, padre Damiano chiese al vicario apostolico di installarsi nella colonia di Kalaupapa, dove vivevano circa 600 lebbrosi, «per vivere e morire con loro». Vi costruì una chiesa stabilendovi la parrocchia di santa Filomena, poi abitazioni decorose, scuole, fattorie, letti per i malati, dotando la comunità di leggi per regolare la vita comune e improvvisandosi infermiere e medico, incurante del rischio di contagio. Per questa sua attività benefica in quella che era chiamata la “Colonia di morte”, re David Kalakaua lo insignì di un’alta onorificenza e ciò contribuì a diffondere in Europa e negli USA la fama del religioso. Nel dicembre 1884 la lebbra colpì anche lui, che pur continuando a lavorare, si spense a 49 anni il 15 aprile 1889. Beatificato a Bruxelles nel 1995 da Giovanni Paolo II, padre Damiano fu canonizzato da Benedetto XVI l’11 ottobre 2009. Nel 1969 una sua statua fu collocata nella rotonda del Campidoglio, a Washington.

 

Lo stesso giorno nel Martirologio Romano, la Chiesa commemora:

– In Tracia, santi Teodoro e Pausílipo, martiri, la cui passione si dice sia avvenuta sotto l’imperatore Adriano.

– A Mira in Licia, nell’odierna Turchia, san Crescente, che subì il martirio sul rogo.

– Sul Monte d’Oro nelle Marche, san Marone, martire.

– A Roma presso san Pietro, commemorazione di sant’Abbondio, che, come attesta il papa san Gregorio Magno, fu umile e fedele mansionario di questa Chiesa.

– A Scissy nel territorio di Coutances in Francia, deposizione di san Paterno, vescovo di Avranches, che fondò molti monasteri e, eletto ormai settuagenario alla dignità episcopale, graditissimo a Dio, rese in monastero il suo spirito.

– Nel monastero di Landelles nel territorio di Bayeux in Normandia, in Francia, sant’Ortario, abate, dedito a una vita di austerità e di preghiera e assiduo nella cura degli infermi e nell’assistenza ai poveri.

– Ad Avignone nella Provenza, in Francia, beato Cesare de Bus, sacerdote, che, convertitosi dalla vita mondana, si dedicò alla predicazione e alla catechesi e fondò la Congregazione dei Padri della Dottrina Cristiana, a cui diede la finalità di rendere gloria a Dio attraverso la formazione dei fedeli.

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