Beato Notkero il Balbuziente, monaco di San Gallo

Nonostante la ‘Vita Notkeri’, scritta probabilmente nel XIII secolo, sia evidentemente leggendaria, perché lo confonde con altri monaci dello stesso nome, le notizie, la figura e le opere letterarie del beato Notkero sono ben conosciute, tramite altre fonti veritiere, documenti e manoscritti suoi, che si conservano tuttora nella biblioteca dell’antico monastero di San Gallo.

Notkero nacque nell’840 a Heligan (Zurigo); da ragazzo era schernito dai compagni di scuola, a causa di un difetto della parola o per la mancanza di un dente, egli stesso da grande, si applicò il soprannome ‘Balbulus’ (balbuziente).

Eccellente studente, entrò in età giovanile nella celebre abbazia benedettina di San Gallo, fondata dal monaco irlandese s. Gallo († 646), intorno alla quale sorse poi l’omonima città, capoluogo del Cantone svizzero di San Gallo.

Diventò monaco e sacerdote esemplare, eccellente poeta, musico e maestro; ma anche modello di modestia; fu direttore della celebre scuola letteraria ed artistica, che dal X al XIII secolo, rese importantissima l’abbazia di San Gallo.

Fu denominato dai suoi contemporanei “vaso dello Spirito Santo”, e la moderna storia della letteratura, lo ricorda come Notkero ‘il poeta’.

Con l’ausilio dei confratelli Ratperto e Tuotilo, diede all’abbazia gloria scientifica, artistica e liturgica, preparando i suoi discepoli ai più alti compiti nella Chiesa e nello Stato, come per esempio Salomone, che divenne vescovo di Costanza e Waldo che fu vescovo di Frisinga e tutti e due poi cappellani reali.

Scrisse la sua opera fondamentale le “Sequenze liturgiche” (una quarantina), riunite nel ‘Liber Hymnorum’ da lui dedicato nell’884 al vescovo Liudvaldo di Vercelli e composte per la Messa solenne delle più importanti feste liturgiche dell’anno; molte di queste ‘Sequenze’ furono cantate in tutta Europa fino al XVI secolo; musico valente, si narra che compose un inno, ispirandosi al cigolio di una ruota di mulino (perciò è spesso raffigurato assorto vicino a tale meccanismo).

Notkero fu anche autore di un ‘Martyrologium’, di opere storiche (specie le ‘Gesta di Karoli Magni’) e poesie occasionali, nelle quali poté esprimere il suo gioviale carattere.

Morì a San Gallo il 6 aprile 912 e fu venerato nel suo monastero come compatrono, durante tutto il Medioevo. Nel XVI secolo papa Giulio II incaricò il vescovo Ugo di Costanza, di espletare il processo sui miracoli del monaco poeta e lo proclamò Beato nel 1513.

Scomparsa l’abbazia nel 1805, la diocesi di San Gallo elevò il Beato Notkero a suo patrono secondario, celebrandone la festa il 6 aprile; a San Gallo però dal 1963 si celebra il 7 maggio, data della traslazione delle reliquie nella Cattedrale, avvenuta nel 1537; ad ogni modo il Martirologio Romano lo riporta comunque il 6 aprile.

Nell’iconografia sacra, il beato Notkero il Balbuziente è rappresentato con un bastone spezzato in mano, perché si narra che colpì il demonio, apparsagli sotto forma di cane feroce, col bastone di s. Colombano.

 

Lo stesso giorno nel Martirologio Romano, la Chiesa commemora:

– A Srijem in Pannonia, nell’odierna Croazia, passione di sant’Ireneo, vescovo e martire, che, al tempo dell’imperatore Massimiano, sotto il governatore Probo, fu dapprima frustato, poi per molti giorni torturato in carcere e infine portò a compimento il suo martirio con la decapitazione.

– A Costantinopoli, sant’Eutichio, vescovo, che presiedette il Concilio Ecumenico Costantinopolitano II, in cui lottò con forza in difesa della retta fede e, dopo aver patito un lungo esilio, morendo professò la resurrezione della carne.

– A Roma, santa Galla, che, figlia del console Simmaco, alla morte del marito attese per molti anni presso la chiesa di San Pietro alla preghiera, alle elemosine, ai digiuni e ad altre opere sante; il suo beato transito è stato narrato dal papa san Gregorio Magno.

– A Troyes nel territorio della Neustria, in Francia, san Vinebaldo, abate del monastero di Saint-Loup, insigne per austerità di vita.

– Nello stesso luogo, san Prudenzio, vescovo, che compilò un compendio del Salterio per chi si metteva in viaggio, raccolse i precetti delle Sacre Scritture per i candidati al sacerdozio e rinnovò la disciplina monastica.

– A Staré Mesto in Moravia, nei confini dell’odierna Repubblica Ceca, anniversario della morte di san Metodio, vescovo, la cui memoria si celebra insieme a quella del fratello san Cirillo il 14 febbraio.

– Nel monastero di San Gallo in Svevia, nel territorio dell’odierna Svizzera, beato Notchero il Balbo, monaco, che trascorse quasi tutta la vita in questo cenobio, dedicandosi alla composizione di numerose sequenze; gracile nel corpo ma non nell’animo, balbuziente nella voce ma non nello spirito, fu profondo nelle scienze divine, paziente nelle avversità, mite verso tutti, sollecito nella preghiera, nella lettura, nella meditazione e nella scrittura.

– Nel monastero di sant’Elia sul monte Aulina presso Palmi in Calabria, san Filarete, monaco, che fu molto dedito alla preghiera.

– Nell’isola di Eskill vicino a Roeskilde in Danimarca, san Guglielmo, abate, che, chiamato in Danimarca dal cenobio dei Canonici Regolari di Parigi, rinnovò non senza affanni e ostacoli l’osservanza della regola e lasciò la vita all’alba della domenica di Pasqua.

– Presso Milano, passione di san Pietro da Verona, sacerdote dell’Ordine dei Predicatori e martire, che, nato da genitori seguaci del manicheismo, abbracciò ancor fanciullo la fede cattolica e divenuto adolescente ricevette l’abito dallo stesso san Domenico; con ogni mezzo si impegnò nel debellare le eresie, finché fu ucciso dai suoi nemici lungo la strada per Como, proclamando fino all’ultimo respiro il simbolo della fede.

– Nel monastero di Santa Maria al Sacro Monte sopra Varese, beata Caterina da Pallanza, vergine, che insieme alle sue compagne praticò vita eremitica sotto la regola di sant’Agostino.

– Nella città di Vñin Tri. nel Tonchino, ora Vietnam, san Paolo Lê Bao Tinh, sacerdote e martire, che, ancora chierico, fu tenuto a lungo in prigione per la sua fede e, diventato sacerdote, fu rettore del Seminario; scrisse un libro di omelie e un compendio di dottrina cristiana e, portato infine di nuovo in giudizio, fu condannato a morte sotto l’imperatore Tu’ Dú’c.

– A Verona, beato Zefirino Agostini, sacerdote, che si dedicò al ministero della predicazione, alla catechesi e alla formazione cristiana e con ogni mezzo si prese cura dei giovani, dei poveri e dei malati, fondando per il loro bene anche la Congregazione delle Orsoline Figlie di Maria Immacolata.

– A Torino, beato Michele Rua, sacerdote, insigne propagatore della Società Salesiana.

– Nella cittadina di Fiobbio di Albino vicino a Bergamo, beata Pierina Morosini, vergine e martire, che, a ventisei anni, mentre faceva ritorno a casa dalla fabbrica in cui lavorava, morì ferita a morte al capo nel tentativo di difendere dall’aggressione di un giovane la propria verginità consacrata a Dio.

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