Beato Agnello da Pisa, francescano

Nel 1211, dopo una visita di S. Francesco, i Francescani si insediarono a Pisa. In quell’occasione il giovane Agnello conobbe il santo d’Assisi e, attratto dal suo ideale di vita, entrò nel primitivo convento, sorto presso la chiesa della SS. Trinità.

Nel Capitolo Generale del 1217 si decise che un gruppo di frati si sarebbe recato in Francia. Francesco cominciò il viaggio ma, incontrato lungo la strada il Cardinale Ugolino (futuro Papa Gregorio IX), dietro sue insistenze, decise di restare in Italia. A capo della spedizione fu posto Agnello, che era ancora un diacono. Giunti a Parigi, Agnello aprì nei dintorni alcuni conventi ed ebbe la felice intuizione di fondare una comunità per i francescani studenti universitari, considerando che la capitale francese era tra le più importanti dal punto di vista culturale. Dopo sette anni S. Francesco nominò nuovamente Agnello capo di una missione, composta da otto frati, questa volta diretta in Inghilterra. Tra questi vi erano tre inglesi, tra cui un sacerdote, Riccardo di Ingworth.

Passato il Canale della Manica, il gruppo sbarcò nell’isola il 10 settembre 1224. Si insediarono a Canterbury, trovando per qualche tempo soggiorno notturno presso una scuola, quando era chiusa agli studenti. Sopportarono molti disagi per le temperature rigide e per il poco cibo, ma il loro contegno e il loro entusiasmo destarono molta ammirazione. Ricevettero in dono, poi, un terreno poco ospitale su cui costruirono un convento. Da qui, due inglesi e due italiani, tra cui Agnello, si recarono a Londra dove, dopo essere stati accolti dai Domenicani, affittarono una casa. Grazie alle numerose vocazioni fu successivamente aperto un convento anche a Oxford con scuola teologica che grazie al Beato di Pisa, assunse un’importanza straordinaria.

Fedeli a “sorella povertà”, in tutti i conventi si viveva in modo austero e il tempo da dedicare agli studi non doveva compromettere la preghiera. Anche a Cambridge venne fondata una importante facoltà teologica, che però non eguagliò quella di Oxford. Il Beato Agnello, la cui fama di santità in vita raggiunse Re Enrico III, fu punto di riferimento anche per i secoli a venire. Tra i maggiori teologi che studieranno in seguito nelle scuole da lui fondate, basti citare Bacone e il Beato Duns Scoto.

Il Beato, nonostante la malferma salute, volle tornare brevemente in Italia. Ristabilitosi ad Oxford, morì il 13 marzo del 1235 o 1236, a soli quarantuno anni.

Il suo culto è stato confermato da Papa Leone XIII il 4 settembre 1892.

 

Lo stesso giorno nel Martirologio Romano, la Chiesa commemora:

– A Nicomedia in Bitinia, nell’odierna Turchia, santi martiri Macedonio, sacerdote, Patrizia, sua moglie, e Modesta, sua figlia.

– A Minya in Egitto, san Sabino, martire, che, dopo aver patito molto, morì infine gettato nel fiume.

– In Persia, santa Cristina, martire, che, percossa con le verghe, ricevette la corona del martirio sotto il regno di Cosroe I di Persia.

– A Poitiers in Aquitania, nell’odierna Francia, san Pienzo, vescovo, che fu di immenso aiuto alla beata Radegonda nel fondare monasteri.

– A Siviglia in Spagna, san Leandro, vescovo, che, fratello dei santi Isidoro, Fulgenzio e Fiorentina, con la sua predica- zione e il suo attivo impegno convertì dall’eresia ariana alla fede cattolica i Visigoti, con l’aiuto del loro re Reccaredo.

– Nel monastero di Novalesa ai piedi del Moncenisio in val di Susa, sant’Eldrado, abate, che, appassionato del culto divino, riformò il salterio e promosse la costruzione di nuove chiese.

– A Córdova nell’Andalusia in Spagna, passione dei santi Ruderico, sacerdote, e Salomone, martiri: il primo, rifiutatosi di credere che Maometto fosse vero profeta inviato dall’Onnipotente, fu gettato in carcere, dove incontrò Salomone, che in precedenza aveva per qualche tempo aderito alla religione maomettana, e insieme portarono gloriosamente a termine la loro prova con la decapitazione.

– A Camerino nelle Marche, sant’Ansovino, vescovo.

– Nel monastero di Cava de’ Tirreni in Campania, beato Pietro II, abate.

– A Ernée nel territorio di Mayenne in Francia, beata Francesca Tréhet, vergine della Congregazione della Carità e martire, che si adoperò in ogni modo per l’istruzione dei fanciulli e la cura dei malati e, durante la Rivoluzione francese, trafitta con la spada subì il martirio per Cristo.

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