San Casimiro, principe polacco

Casimiro nacque il 3 ottobre 1458 nel castello reale di Cracovia, terzogenito di Casimiro IV, re di Polonia e granduca di Lituania e di Elisabetta d’Austria. Dalla giovinezza dimostrò di possedere una grande forza di volontà, un nobile carattere e un profondo spirito di pietà e di penitenza. Appena tredicenne fu designato al trono d’Ungheria, per rivendicazioni dinastiche da parte materna, ma dopo il fallimento della campagna militare del 1471 contro Mattia Corvino, da molti già riconosciuto re d’Ungheria, dovette ritirarsi. Ricco di rare doti di intelletto, studiò e imparò con grande facilità, e soprattutto ricevette una solida formazione religiosa per cui non dimenticò mai, anche in mezzo alle occupazioni pubbliche, i suoi impegni di cristiano. Dal diciassettesimo anno di età fu quasi continuamente al fianco del padre nell’attività pubblica, accompagnandolo nei viaggi in Lituania.

Quando il padre, nel 1481, vi si trasferì per sfuggire al complotto dei principi russi che tramavano contro la famiglia reale, Casimiro seppe gestire gli affari dello stato a nome e per conto del padre con intelligenza e saggezza e, mostrando sicure capacità politiche, ristabilì l’ordine nel Regno. Nello stesso anno 1481, per ragioni politico-diplomatiche, si avviarono trattative per il matrimonio di Casimiro con la figlia dell’imperatore Federico III, ma il principe non ne volle sapere, perché aveva consacrato la sua vita a Dio.

Trasferitosi a Vilnius, in Lituania, seppe consolidarvi il cattolicesimo, introdotto nel granducato solo tardivamente, dando esempio di grandi virtù, praticando la carità operosa verso i poveri, l’amore profondo a Gesù nel sacramento dell’Eucaristia e alla Santissima Vergine Maria.

Morì il 4 marzo 1484, nel castello di Gardinas (Grodno) in Lituania, a soli 25 anni, colpito da tubercolosi. Casimiro, in Polonia e Lituania, viene venerato come protettore della gioventù.

 

Lo stesso giorno nel Martirologio Romano, la Chiesa commemora:

– A Nicomedia in Bitinia, nell’odierna Turchia, santi Fozio, Archelao, Quirino e altri diciassette, martiri.

– A Treviri nella Renania in Austrasia, oggi Germania, san Basíno, vescovo, che, nato dai duchi del regno di Austrasia, divenne dapprima monaco, poi abate di San Massimino di Treviri e, elevato infine alla sede episcopale della città, consentì la fondazione del monastero di santa Irmina ad Echternach in Lussemburgo.

– A Comacchio in Romagna, sant’Appiano, monaco, che, inviato dal monastero di Pavia, condusse in questa cittadina vita eremitica.

– Nel monastero di Cava de’ Tirreni in Campania, san Pietro, che, dopo aver seguito fin da giovane la vita monastica, fu eletto vescovo di Policastro, ma, stanco del clamore della vita mondana, ritornò in monastero, dove, divenuto abate, rinnovò mirabilmente la disciplina.

– A Chambery in Savoia, nell’odierna Francia, beato Umberto, terzo conte di Savoia, che, pur costretto a lasciare il chiostro per occuparsi degli affari pubblici, con grande dedizione praticò la vita monastica, a cui in seguito ritornò.

– A Londra in Inghilterra, beati Cristoforo Bales, sacerdote, Alessandro Blake e Nicola Horner, martiri, che durante la persecuzione al tempo della regina Elisabetta I ricevettero insieme la corona della gloria.

– Nel cenobio di Saint-Sauveur-le-Vicomte nella Normandia in Francia, beata Placida (Eulalia) Viel, vergine, che si distinse nel reggere con impegno e umiltà la Congregazione delle Scuole Cristiane della Misericordia.

– A Vicenza, beato Giovanni Antonio Farina, vescovo, che in vari modi si adoperò nell’azione pastorale e fondò l’Istituto delle Suore Maestre di Santa Dorotea Figlie dei Sacri Cuori per provvedere all’educazione delle ragazze povere e a tutti gli afflitti e gli emarginati.

– Nella cittadina di Berezwecz presso la città di Glebokie in Polonia, beati Miecislao Bohatkiewicz, Ladislao Mac ́kowiak e Stanislao Pyrtek, sacerdoti e martiri, che, in tempo di guerra, per la loro fede in Cristo furono gettati in carcere e fucilati.

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