Sant’ Eutichio di Roma, martire

Unica testimonianza su questo martire è l’epitaffio che papa Damaso aveva posto sulla sua tomba nel cimitero di san Sebastiano, passato ora nella sovrastante basilica. In esso si racconta che Eutichio, vinti gli ordini del tiranno e le molteplici torture dei carnefici, fu rinchiuso per dodici giorni, senza cibo alcuno, in una squallida prigione, pavimentata di cocci taglienti, in modo che non potesse prendere sonno. Gettato quindi in un baratro, chiuse per dissanguamento il suo atroce martirio. Già P. Franchi de’ Cavalieri aveva notato la somiglianza del martirio di Eutichio con quello di san Luciano d’Antiochia. A. Ferrua, invece, l’avvicina più alla passio di s. Marculi.

Quest’ultima deve essere una semplice somiglianza casuale, perché Marcolo fu martirizzato l’anno stesso della morte di papa Damaso (morto nel 384).

Non sappiamo in quale persecuzione Eutichio abbia subito il martirio. Però il martire rivelò in sogno il luogo della sua sepoltura e, restituito al culto dei fedeli, divenne efficace intercessore. Il Baronio dice che il suo corpo fu in seguito traslato nella basilica di san Lorenzo in Damaso, ove, aggiunge O. Panciroli, nel 1577 fu posto, assieme al corpo di san Damaso, sotto l’altare maggiore e là continua ad essere venerato. Nel Geronimiano un Eutichio è commemorato il 2 luglio e il Delehaye, nel Commento, lo identifica col nostro. Il Baronio lo inserì nel Martirologio Romano alla data del 4 febbraio.

 

Lo stesso giorno nel Martirologio Romano, la Chiesa commemora:

– A Perge in Panfilia, nell’odierna Turchia, santi Pápia, Diodoro e Claudiano, martiri.

– Ad Alessandria d’Egitto, passione dei santi martiri Filea, vescovo, e Filorómo, tribuno militare, che, durante la persecuzione dell’imperatore Diocleziano, non persuasi da parenti e amici a salvarsi la vita, porgendo il collo alla decapitazione, guadagnarono entrambi la palma dal Signore.

– A Pelusio sempre in Egitto, sant’Isidoro, sacerdote, che, illustre per dottrina, disdegnando il mondo e le sue ricchezze, preferì imitare la vita di Giovanni Battista nel deserto indossando l’abito monastico.

– A Châteaudun vicino a Chartres in Francia, transito di sant’Aventino, vescovo, che aveva prima retto la sede di Chartres.

– A Troyes nella Gallia lugdunense, ora in Francia, sant’Aventino, che si ritiene sia stato al servizio del vescovo san Lupo.

– A Magonza nella Franconia in Germania, san Rabáno, detto Mauro, vescovo, che, da monaco di Fulda eletto alla sede di Magonza, prelato di provata dottrina, di ricca eloquenza e accetto a Dio, nulla trascurò di quanto potesse fare a gloria di Dio.

– A Costantinopoli, san Nicola Studita, monaco, che, più volte scacciato in esilio a motivo della venerazione delle sacre immagini, divenuto infine egúmeno del monastero di Studio, morì in pace.

– A Sempringham in Inghilterra, san Gilberto, sacerdote, che, con l’approvazione di papa Eugenio III, fondò un Ordine monastico, in cui impose una doppia disciplina di vita: alle monache la regola di san Benedetto, ai chierici quella di sant’Agostino.

– A Bourges in Aquitania, santa Giovanna di Valois, regina di Francia: essendo stato dichiarato nullo il suo matrimonio con il re Luigi XII, si rifugiò in Dio, venerò con particolare devozione la Croce e fondò l’Ordine della Santissima Annunciazione della beata Vergine Maria.

– A Durham in Inghilterra, beato Giovanni Speed, martire, che, condannato a morte sotto la regina Elisabetta I per aver prestato aiuto ai sacerdoti, meritò la corona del martirio.

– Ad Amatrice nel Lazio, san Giuseppe da Leonessa, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, che a Costantinopoli aiutò i prigionieri cristiani e, dopo aver dura- mente patito per aver predicato il Vangelo fin nel palazzo del Sultano, tornato in patria rifulse nella cura dei poveri.

– In località Oriur nel regno di Maravá in India, san Giovanni de Britto, sacerdote della Compagnia di Gesù e martire, che, dopo aver convertito molti alla fede imitando la vita e la condotta degli asceti di quella regione, coronò la sua vita con un glorioso martirio.

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