Santa Geltrude (Gertrude) la Grande, vergine

Nata nel 1256 a Eisleben, in Germania, a 5 anni venne affidata alle monache di Helfta e con loro trascorse il resto della vita. Educata nell’eccellente scuola dell’abbazia, presto rivelò un’intelligenza fuori dal comune. A 26 anni ebbe una visione nella quale si trovò di fronte a una siepe di spine. Il Signore la sollevò e la depose dalla sua parte. Dei suoi progressi nella vita dello spirito, siamo informati dalla sua opera, ‘Rivelazioni’, che consta di cinque libri. Solo il secondo, il ‘Legatus’, un inno alla misericordia di Dio, è scritto di suo pugno. Il primo, una sua biografia, e gli altri vennero composti dopo la sua morte da una consorella, a partire da suoi appunti e racconti. Alla base delle sue esperienze mistiche vi sono le celebrazioni liturgiche, mentre il linguaggio evidenzia una forte impronta biblica. La sua dottrina, infine, è cristocentrica. La misericordia del Salvatore la trasporta nella sua divinità al punto che, come Maria, ella si sente sposa e madre di Gesù. Vivendo costantemente alla presenza di Dio, vede sempre Gesù, il Dio fatto uomo, il Salvatore con il cuore squarciato e vive nella disponibilità a patire ciò che ancora manca alla passione di Cristo.

La fama di santità l’accompagna già da viva, e dura nel tempo, anche se ci vorrà qualche secolo per il riconoscimento ufficiale del suo culto nella Chiesa universale. Ma per chi l’ha conosciuta e ascoltata, Gertrude è già santa al momento della morte nel monastero di Helfta, all’età di circa 46 anni. La Chiesa la venera come santa dal 1738.

 

Lo stesso giorno nel Martirologio Romano, la Chiesa commemora:

Santa Margherita, che, nata in Ungheria e sposata con Malcolm III re di Scozia, diede al mondo otto figli e si adoperò molto per il bene del suo regno e della Chiesa, unendo alla preghiera e ai digiuni la generosità verso i poveri e offrendo, così, un fulgido esempio di ottima moglie, madre e regina.

– A Capua in Campania, santi Agostino e Felicita, martiri, che si tramanda abbiano subito il martirio sotto l’imperatore Decio.

– A Dol nel territorio di Bourges in Francia, commemorazione dei santi Leucádio e Lusóre: il primo, senatore delle Gallie, ancora pagano, accolse i primi predicatori della fede cristiana a Bourges e fece in questo villaggio della sua casa una chiesa; l’altro, suo figlio, si dice abbia lasciato questo mondo indossando la veste bianca dei neofiti.

– A Lione sempre in Francia, sant’Eucherio, che, senatore anch’egli, insieme alla sua famiglia si diede dapprima al- la vita ascetica nella vicina isola di Lérins e poi, eletto vescovo di Lione, scrisse numerose Passioni di santi martiri.

– Nel territorio dell’odierna Svizzera, sant’Otmaro, abate, che nel luogo della cella costruita da san Gallo fondò un piccolo lebbrosario e un monastero sotto l’osservanza della regola di san Benedetto e, per averne difeso i diritti, fu poi deportato dai potenti vicini nell’isola di Werden sul Reno, dove morì esule.

– Nel monastero di Cava de’ Tirreni in Campania, beato Simeone, abate.

– Presso la cittadina di Provins in Francia, transito di sant’Edmondo Rich, vescovo di Canterbury, che, colpito dall’esilio per aver difeso la Chiesa, morì vivendo santamente tra i monaci cistercensi di Pontigny.

– Ad Assisi in Umbria nel convento di San Damiano, santa Agnese, vergine, che, seguendo nel fiore della giovinezza le orme di sua sorella santa Chiara, abbracciò con tutto il cuore la povertà sotto la guida di san Francesco.

– A York in Inghilterra, beato Edoardo Osbaldeston, sacerdote di Lancaster e martire, che, allievo del Collegio Inglese di Reims, condannato a morte sotto la regina Elisabetta I per essere entrato da sacerdote in Inghilterra, morì impiccato.

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