San Teofilo di Antiochia, vescovo

San Teofilo, Vescovo di Antiochia, fu autore di molte opere, alcune delle quali ci sono pervenute, mentre di altre conosciamo soltanto il titolo.

Dalle pagine di queste opere, possiamo riudire la parola del Santo, in difesa della dottrina e della fede cristiana, anche allora oggetto di accuse da parte dei miscredenti e dei viziosi.

” Ma se tu mi dici – scriveva l’antico Vescovo: – Mostrami il tuo Dio, io ti dirò: Mostrami il tuo uomo, e io ti mostrerò il mio Dio. Mostrami dunque che vedono chiaro, gli occhi della tua anima, e che bene intendono gli orecchi del tuo cuore…

” Dio si mostra a coloro che possono vederlo, quando hanno aperti gli occhi dell’anima. Tutti hanno i loro bravi occhi, ma qualcuno li ha velati, incapaci di vedere la luce del sole. Il fatto però che i ciechi non vedono, non dimostra affatto come la luce del sole non appaia. I ciechi se la prendano con loro stessi, e con i loro occhi.

” Allo stesso modo, ragazzo mio, se tu hai gli occhi dell’anima velati dalle tue colpe e dalle tue cattive abitudini, non potrai vedere la luce. Come uno specchio limpido: ecco come l’uomo deve tenere la propria anima pura.

” Se lo specchio è arrugginito, il volto dell’uomo non appare sulla sua superficie. Nello stesso modo, se l’uomo è peccatore, quest’uomo non può contemplare Dio “.

L’autore di queste frasi, che più tardi lo stesso Sant’Agostino avrebbe ripreso, era nato in una regione dell’Oriente, presso il Tigri e l’Eufrate. Era pagano, e ricevette un’educazione di stampo ellenistico. Si convertì osservando i costumi dei cristiani, chiaramente superiori a quelli dei pagani, e leggendo la Bibbia. Delle sue esperienze di convertito, e della sua conoscenza della cultura profana, si sarebbe poi servito abilmente nella polemica contro i miscredenti e i filosofi ellenizzanti.

Venne eletto Vescovo di Antiochia nel 169, e reggeva ancora il pastorale della grande città, dove lo stesso San Pietro aveva avuto la sua prima cattedra, alla morte di Marc’Aurelio, nel 180. Forse vide anche i primi anni dell’Impero di Commodo, suo successore.

Le cure apostoliche, in mezzo a una delle comunità più popolose e anche più agitate del primo mondo cristiano, non lo distolsero dagli studi e dall’attività intellettuale. Scrisse opere polemiche, contro gli eretici del tempo, opere di catechesi, a commento delle Scritture, opere di storia, per sfrondare i miti pagani. Fu insomma un Vescovo che lasciò forte impronta della sua intelligenza e della sua cultura nella storia del tempo, come lasciò traccia della sua carità e della sua misericordia nelle anime a lui affidate.

 

Lo stesso giorno nel Martirologio Romano, la Chiesa commemora:

– A Córdova nell’Andalusia in Spagna, santi Fausto, Gennaro e Marziale, martiri, che adornano la città come tre corone.

– A Salonicco in Macedonia, ora in Grecia, san Fiorenzo, martire, che dopo vari supplizi si tramanda sia stato ucci- so nel fuoco.

– A Kobern sulla Mosella presso Treviri, in Germania, san Lubenzio, sacerdote.

– A Sanremo sulla costa ligure, deposizione di san Romolo, vescovo di Genova, che, pieno di ardore apostolico, morì mentre si recava in visita presso le popolazioni rurali.

– A Tours nella Gallia lugdunense, ora in Francia, san Venanzio, abate, che, sposatosi in giovane età, si recò alla basilica di San Martino e, rimasto colpito dalla vita dei monaci, con il consenso della moglie scelse di vivere tra loro in Cristo.

– A Salagnac presso Limoges in Aquitania, ancora in Francia, san Leobono, eremita.

– Nell’isola di Iona in Scozia, desposizione di san Comgano, abate, che, venne dall’Irlanda in questa regione insieme alla sorella santa Chentigerna, ai figli di lei e ad alcuni missionari.

– Ad Augsburg nella Baviera in Germania, san Simberto, che fu vescovo e abate di Murbach.

– A Saint-Ciergues nella regione dell’Auvergne in Francia, san Gerardo, che, conte di Aurillac, con grande profitto per i suoi possedimenti condusse segretamente vita monastica sotto l’abito secolare, divenendo modello di riferimento per i potenti.

– Presso Subiaco nel Lazio, santa Chelidona, vergine: si tramanda che per cinquantadue anni abbia condotto vita solitaria e di estrema austerità servendo Dio solo.

– A Trino nel Monferrato in Piemonte, beata Maddalena Panatieri, vergine, suora della Penitenza di San Domenico.

– Nel villaggio di Balasar vicino a Braga in Portogallo, beata Alessandrina Maria da Costa: rimasta paralizzata in tutto il corpo per sfuggire alle cattive intenzioni di un tale contro di lei, offrì tutti i suoi dolori al Signore per amore di Dio e dei fratelli bisognosi nella contemplazione dell’Eucaristia.

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