Santi Prisco, Malco e Alessandro, martiri di Cesarea di Palestina

Eusebio di Cesarea nella sua Storia Ecclesiastica riporta il martirio di questi tre cristiani, avvenuto durante la persecuzione di Valeriano, quindi negli anni 257-258.

«… Dopo che a Cesarea in Palestina in modo splendido avevano confessato Cristo, ebbero l’onore del santo martirio, divenendo preda delle bestie. Erano Prisco e Malco, e il terzo portava il nome di Alessandro. Abitavano essi nella campagna e dapprima si rimproverarono a vicenda di essere ignari e negligenti, perché mentre l’occasione distribuiva agli infiammati di amore divino i premi del combattimento, essi si ritiravano e non andavano a rapire la corona del martirio. Presa da loro una comune deliberazione, partirono per Cesarea, si presentarono dal giudice e trovarono quella fine di cui già si è parlato (cioè furono dati in pasto alle belve)».

Su Prisco, Malco e Alessandro, dunque, non si conosce se non il fatto che andarono essi stessi a confessare al giudice la loro fede per poter morire martiri. Non si trovano neanche tracce del loro culto negli antichi calendari. Floro per primo introdusse questo gruppo di martiri di Cesarea nel suo Martirologio, dedicando loro un lungo elogio preso dalla traduzione di Eusebio fatta da Rufino. Lo stesso Floro scelse la data del 28 marzo per aver trovato nel Martirologio Geronimiano, a questo giorno, la menzione di un Alessandro a Cesarea che, secondo H. Delehaye, sarebbe invece uno dei martiri di questa città già commemorati nello stesso Martirologio al 24 marzo nel gruppo degli otto aventi a capo Timolao, di cui parla lo stesso Eusebio nel suo libro sui martiri della Palestina. Sempre Alessandro ritorna ancora nello stesso Martirologio, da solo, il 25 e il 27. In effetti, non si vede la ragione per cui, se si trattasse dell’Alessandro compagno di Prisco e Malco, sarebbe entrato senza di loro negli elenchi del Geronimiano.

Dopo Floro la stessa notizia passò nel Martirologio di Adone; Usuardo la riprese abbreviandola nella parte centrale e C. Baronio tornò al testo lungo che inserì, con qualche modifica, nel Romano allo stesso 28 marzo.

 

Lo stesso giorno nel Martirologio Romano, la Chiesa commemora:

– A Tarso in Cilicia, nell’odierna Turchia, san Cástore, martire.

– A Eliopoli in Fenicia, nell’odierno Libano, san Cirillo, diacono e martire, crudelmente ucciso sotto l’imperatore Giuliano l’Apostata.

– Ad Alessandria d’Egitto, san Proterio, vescovo, che tra il tumulto del popolo fu crudelmente ucciso il Giovedì Santo dai monofisiti, seguaci del suo predecessore Dióscoro.

– A Châlon-sur-Saône in Burgundia in Francia, deposizione di san Guntramno, re dei Franchi, che distribuì i suoi tesori alle chiese e ai poveri.

– Presso il monte Olimpo in Bitinia, nell’odierna Grecia, sant’Ilarione, egúmeno del monastero di Pelecete, che difese strenuamente il culto delle sacre immagini.

– A Cîteaux in Borgogna, nell’odierna Francia, santo Stefano Harding, abate: giunto da Molesme insieme ad altri monaci, resse questo celebre cenobio, istituendovi i fratelli laici e accogliendo in esso il famoso Bernardo con trenta suoi compagni; fondò dodici monasteri, che vincolò tra loro con la Carta della Carità, affinché non esistesse tra i monaci discordia alcuna e tutti vivessero sotto il medesimo dettame della carità, sotto la stessa regola e secondo consuetudini simili.

– A Naso in Sicilia, san Cono, monaco secondo la disciplina dei Padri orientali, che, di ritorno da un pellegrinaggio ai luoghi santi, avendo trovato defunti i suoi genitori, distribuì tutto il suo patrimonio ai poveri e abbracciò la vita eremitica.

– A Monticiano presso Siena, beato Antonio Patrizi, sacerdote dell’Ordine degli Eremiti di Sant’Agostino, che fu vero amante dei fratelli e del prossimo.

– A Tours in Francia, beata Giovanna Maria de Maillé, che, dopo aver perso il marito in guerra, ridotta in povertà e scacciata di casa dai suoi, abbandonata da tutti, visse quasi reclusa in una piccola cella presso il convento dei Minori, mendicando il pane, ma piena di fiducia nel Signore.

– A York in Inghilterra, beato Cristoforo Wharton, sacerdote e martire, che per il suo sacerdozio fu consegnato al patibolo durante il regno di Elisabetta I.

– Ad Angers in Francia, beata Renata Maria Feillatreau, martire, che, sposata, durante la Rivoluzione francese, morì ghigliottinata per la sua fedeltà alla Chiesa cattolica.

– A Przemys ́l in Polonia, san Giuseppe Sebastiano Pelczar, vescovo, fondatore della Congregazione delle Ancelle del Sacro Cuore di Gesù e insigne maestro di vita spirituale.

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