Santa Giovanna Francesca de Chantal, religiosa

Nacque a Digione nel 1572 da nobile casato di fervente tradizione cattolica, in un periodo di lotte civili e di contrasti religiosi. Nel 1592 andò sposa al barone di Chantal, Cristoforo II, signore di Bourbilly. Dalla loro unione nacquero sei figli, di cui solo quattro sopravvissero. Caritatevole e buona verso tutti, Giovanna amò specialmente i poveri che accorrevano numerosi alla porta del suo castello. Nel 1601, in un tragico incidente di caccia, morì il marito; Giovanna ne fu profondamente scossa e attraversò un periodo pieno di umiliazioni e di sofferenza.

Ritrovò la sua serenità solo quando conobbe a Digione san Francesco di Sales, che nel 1605 scelse come suo direttore di coscienza e la sua spiritualità la trasformò. Francesco le insegnò la via più dolce, umile e semplice per andare a Dio con amore, con gioia interiore ed in ogni circostanza. Alla scuola di san Francesco, Giovanna continuò le sue visite di carità ai poveri e agli ammalati, in particolare a quelli più abbandonati, come i lebbrosi e gli appestati. Ella stessa rimase contagiata, ma ricorrendo alla Madonna prodigiosamente guarì. Mentre in lei maturava il desiderio della vita religiosa, Francesco andava elaborando il progetto della fondazione di una comunità di vita attiva per la visita agli ammalati poveri a domicilio, il futuro Ordine della Visitazione.

L’intesa fu perfetta, e Giovanna nel 1610 abbandonò la propria casa e con due altre compagne formò il primo nucleo della nuova comunità, che si arricchì presto di nuovi membri. Il nuovo Ordine, secondo il progetto dei due fondatori, avrebbe dovuto unire la vita contemplativa a quella attiva, ma l’opposizione del vescovo di Lione li costrinse a cambiare disegno e nel 1618 san Francesco di Sales trasformò la Visitazione in un ordine religioso di clausura, sotto la Regola di sant’Agostino.

Dopo la morte di san Francesco, nel 1622, Giovanna trovò in Vincenzo de’ Paoli la sua nuova guida illuminata. Lo sviluppo dell’Ordine, sotto la sapiente, dolce ed energica guida di Giovanna di Chantal, fu costante e singolare: alla morte del fondatore (1622) i monasteri erano già tredici e alla morte della fondatrice (1641) ottantasei.

 

Lo stesso giorno nel Martirologio Romano, la Chiesa commemora:

– A Catania, sant’Euplo, martire: secondo la tradizione, durante la persecuzione dell’imperatore Diocleziano, fu gettato in carcere dal governatore Calvisiano perché trovato con il libro dei Vangeli tra le mani; interrogato più volte, fu battuto a morte per aver risposto di serbare con vanto il Vangelo nel suo cuore.

– A Nicomedia, nell’odierna Turchia, santi Aniceto e Fozio, martiri.

– A Killala in Irlanda, san Muredach, vescovo.

– Sempre in Irlanda, in una cella che porta il suo nome, santa Lelia, vergine.

– A Brescia, sant’Ercolano, vescovo.

– Nell’isola di Lérins nella Provenza in Francia, santi martiri Porcario, abate, e molti altri monaci, che si tramanda siano stati uccisi dai Saraceni.

– A Ruthin nel Galles settentrionale, beato Carlo Meehan, sacerdote dell’Ordine dei Frati Minori e martire, che, irlandese di origine, fu arrestato mentre era in viaggio attraverso questa regione verso la patria e, condannato a morte per essere entrato nei domini del re Carlo II, ottenne la palma del martirio subendo l’impiccagione e lo sventramento.

– A Roma, beato Innocenzo XI, papa, che resse saggiamente la Chiesa, sebbene provato da forti dolori e tribolazioni.

– In una sordida galera al largo di Rochefort in Francia, beato Pietro Jarrige de la Morélie de Puyredon, sacerdote, che durante la persecuzione contro la Chiesa morì per Cristo, esposto lungamente alla cocente violenza del sole.

– Nella città di Nam Di.nh nel Tonchino, ora Vietnam, santi martiri Giacomo Dñô Mai Nam, sacerdote, Antonio Nguyñên Dich, contadino, e Michele Nguyñên Huy Mñy, medico, decapitati per Cristo dopo atroci supplizi sotto l’imperatore Minh Ma.ng.

– Nella cittadina di Hornachuelos vicino a Córdova in Spagna, beata Vittoria Díez y Bustos de Molina, vergine e martire, che, insegnante nell’Istituto Teresiano, allo scoppio delle ostilità contro la Chiesa, confessò la sua fede cristiana e subì il martirio, mentre esortava gli altri a fare altrettanto.

– A Valmoran presso Madrid sempre in Spagna, beato Flavio (Atilano) Argüeso González, religioso dell’Ordine di San Giovanni di Dio e martire, che nella medesima persecuzione fu ucciso in odio alla fede.

– A Barbastro vicino a Huesca nell’Aragona in Spagna, beati Sebastiano Calvo Martínez, sacerdote e cinque compagni, martiri, che, religiosi della Congregazione dei Missionari del Cuore Immacolato di Maria, ancora nella stessa persecuzione portarono a termine il glorioso combattimento.

– A Tarragona sempre in Spagna, beato Antonio Perulles Estívill, sacerdote della Società dei Sacerdoti Operai Diocesani e martire, che ancora nella stessa persecuzione consumò sulla strada il suo martirio.

– A Dachau vicino a Monaco di Baviera in Germania, beati Floriano Stepniak, dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, e Giuseppe Straszewski, sacerdoti e martiri, che, al tempo dell’invasione della Polonia durante la guerra, morirono nel campo di prigionia in una camera a gas.

– In località Planegg vicino a Monaco di Baviera, beato Carlo Leisner, sacerdote e martire, che, ancora diacono, fu deportato in un carcere per la sua pubblica professione di fede e l’assiduo servizio reso alle anime e, ordinato sacerdote nel campo di prigionia di Dachau, tornato in libertà, morì per le torture patite durante la detenzione.

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *