San Venerio di Milano, vescovo

San Venerio era accanto ad Ambrogio, quando questi morì. Gli fu secondo successore (400 – 408), dopo Simpliciano. Ci testimonia la vivacità della Chiesa ambrosiana in quegli anni e la stima di cui era circondata.

Sollecitato dai vescovi africani (sinodo di Cartagine del 18 giugno 401), che soffrivano per la crisi di vocazioni sacerdotali, non esitò ad inviare alcuni presbiteri e diaconi ambrosiani in loro aiuto. E non ebbe timore di mandare i migliori: tra questi primi nostri «fidei donum» ci fu Paolino, che, sollecitato proprio da Sant’Agostino, scrisse la prima Vita di Sant’Ambrogio! Non calcolava, quando c’era di mezzo la verità: quando San Giovanni Crisostomo fu cacciato in esilio per la sua condanna della corruzione imperiale, egli lo difese strenuamente, insieme a papa Innocenzo I e a Cromazio di Aquileia. Non fu geloso del suo potere, poiché per lui era importante il servizio dei fratelli: per questo non si oppose, quando la Chiesa di Aquileia volle erigersi a diocesi autonoma da Milano. In quegli anni difficili (i Visigoti di Alarico scorrazzavano per l’Italia, senza che gli eserciti romani riuscissero a fermarli) Venerio seppe fare onore al suo maestro: anch’egli sostenne il popolo con la sua parola (era di una rara eloquenza), incoraggiando a tenere fisso lo sguardo su colui che solo può consolare e sempre vincere il male, come gli aveva insegnato Ambrogio: «Tutto abbiamo in Cristo. Tutto è Cristo per noi».

 

Lo stesso giorno nel Martirologio Romano, la Chiesa commemora:

san Lucio di Cirene, che negli Atti degli Apostoli è annoverato tra i profeti e dottori della Chiesa che era in Antiochia.

– A Lambèse in Numidia, nell’odierna Algeria, santi martiri Mariano, lettore, e Giacomo, diacono: il primo aveva già da tempo superato indenne le vessazioni della persecuzione di Decio per aver confessato la fede in Cristo; nuova- mente arrestato insieme al dilettissimo compagno, entrambi, dopo crudeli supplizi, confortati dalla grazia divina, morirono insieme a molti altri trafitti con la spada.

– A Roma, santa Benedetta, vergine, che, monaca, come racconta il papa Gregorio Magno, trovò pace in Dio, come ella stessa aveva chiesto, trenta giorni dopo la morte di santa Galla, dalla quale era amata più di tutte le altre.

– A Lindisfarne in Northumbria, nell’odierna Inghilterra, sant’Edberto, vescovo, che succedette a san Cutberto e rifulse per la conoscenza delle Scritture, l’osservanza dei precetti divini e soprattutto la generosità nelle elemosine.

– A Barcellona in Spagna, san Pietro Nolasco, sacerdote, che, insieme a san Raimondo di Penyafort e a Giacomo I re di Aragona, si ritiene abbia fondato l’Ordine della Beata Maria della Mercede per il riscatto degli schiavi; durante la dominazione degli infedeli si adoperò alacremente con fatica e dedizione per ristabilire la pace e liberare i cristiani dal giogo della schiavitù.

– A Montepulciano in Toscana, beato Bartolomeo Pucci-Franceschi, sacerdote dell’Ordine dei Minori, che, lasciati per amore di Dio la moglie, i figli e tutti i suoi beni, si fece poverello di Cristo.

– A Londra in Inghilterra, beati Edoardo Jones e Antonio Middleton, sacerdoti e martiri, che sotto la regina Elisa- betta I per il loro sacerdozio furono appesi alla forca alle porte delle loro abitazioni e poi fatti a pezzi con la spada.

– A Québec in Canada, beato Francesco de Montmo- rency-Laval, vescovo, che istituì in questa città la sede episcopale e per circa cinquant’anni si dedicò con tutto se stesso a consolidare e accrescere la Chiesa in un’ampia area dell’America settentrionale fino al golfo del Messico.

– Al Cairo in Egitto, beata Maria Caterina Troiani, vergine del Terz’Ordine di San Francesco, che, mandata dall’Italia in Egitto, vi fondò la nuova famiglia delle Suore Francescane Missionarie.

– A Roma, beata Anna Rosa Gattorno, religiosa, che, madre di famiglia, rimasta vedova, si consacrò interamente al Signore e al prossimo e istituì le Figlie di Sant’Anna Madre di Maria Immacolata, adoperandosi in tutti i modi per i malati, gli infermi e l’infanzia abbandonata, nel volto dei quali contemplava Cristo povero.

– Vicino a Monaco di Baviera in Germania, beati Enrico Kaczorowski e Casimiro Gostyn ́ski, sacerdoti e martiri, che, deportati durante l’occupazione militare della Polonia da parte di persecutori dell’umana dignità, nel campo di prigionia di Dachau in una camera a gas persero la vita per la fede in Cristo.

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