Sant’ Albino di Vercelli, vescovo

Vi sono ben tredici santi che portano questo nome, ma quello che stupisce che tre di essi sono celebrati lo stesso giorno, il 1° marzo: S. Albino martire venerato a Colonia, s. Albino vescovo di Angers e s. Albino vescovo di Vercelli di cui parliamo.

Egli figura nel catalogo episcopale della città di Vercelli al quinto posto dopo s. Eusebio, fondatore della diocesi. Albino divenne vescovo nel 452, anno in cui le orde barbariche dei Goti di Alarico e degli Unni di Attila, attraversarono e devastarono la città, venendo poi sconfitti dal generale Ezio.

A lui toccò di ricostruire la cattedrale, che era stata edificata per iniziativa dell’imperatore Teodosio il Grande (379-393), che aveva sostituito a sua volta la piccola basilica nella zona cimiteriale, fondata da s. Eusebio, sulla tomba del martire s. Teonesto, presso la quale il protovescovo volle essere sepolto.

La celebrazione della dedicazione a s. Eusebio della cattedrale, ricostruita e restaurata, avvenne con un rito così grandioso che ne rimase a lungo il ricordo; le lezioni storiche della diocesi vercellese ricordano al 31 agosto questa celebrazione, con un episodio straordinario avvenuto in tale circostanza.

Albino temporeggiava a celebrare la dedicazione della cattedrale, perché desiderava la visita per l’occasione di qualche insigne vescovo, la sua attesa fu premiata dal passaggio per Vercelli del santo vescovo d’Auxerre, Germano; all’invito di Albino, s. Germano che era diretto con urgenza a Ravenna, promise che al ritorno si sarebbe fermato per presenziare il rito.

Ma s. Germano, morì durante il suo soggiorno a Ravenna e a Vercelli tornò la sua salma, nel suo viaggio di ritorno in Francia. La leggenda racconta che una volta entrato il feretro nella cattedrale, fra il grande concorso di clero e popolo, le numerose candele, necessarie per illuminare il vasto ambiente, si accesero improvvisamente senza l’intervento di alcuno, quando nei giorni precedenti, inspiegabilmente non si era riuscito a farlo; il santo vescovo adempiva così la sua promessa, con questo prodigio.

Comunque è una leggenda, perché le date non concordano, infatti s. Germano morì a Ravenna il 13 luglio 448 quando vescovo di Vercelli era s. Giustiniano e non s. Albino che lo divenne nel 452.

Di lui non si sa altro, il suo culto è antichissimo.

 

Lo stesso giorno nel Martirologio Romano, la Chiesa commemora:

– A Roma presso San Paolo sulla via Ostiense, san Felice III, papa, che fu antenato del papa san Gregorio Magno.

– A Saint David in Galles, san Davide, vescovo, che, imitando il modello e i costumi dei Padri d’Oriente, fondò un monastero, dal quale partirono moltissimi monaci ad evangelizzare il Galles, l’Irlanda, la Cornovaglia e la Bretagna.

– A Le Mans in Neustria, ora in Francia, san Siviardo, abate di Saint-Calais.

– Sull’isola di Kaiserswerth sul Reno in Sassonia, in Germania, san Suitberto, vescovo, che, dapprima monaco nella Northumbria, in Inghilterra, divenuto poi compagno di san Villibrordo e ordinato vescovo da san Vilfredo, annunciò il Vangelo ai Bátavi, ai Frisoni e ad altri popoli della Germania e morì piamente in un cenobio da lui fondato in età già avanzata.

– Nella Guascogna, in Francia, san Leone, vescovo e martire.

– Nel monastero di Avena tra i pendii del monte Mercurio in Calabria, san Leone Luca, abate di Monte Mula, che rifulse nella vita eremitica come in quella cenobitica seguendo le regole dei monaci orientali.

– A Cellanova nella Galizia in Spagna, san Rudesindo, dapprima vescovo di Mondoñedo, che si adoperò per pro- muovere e rinnovare la vita monastica in quella provincia e, una volta deposto l’ufficio episcopale, prese l’abito monastico nel monastero di Cellanova, che poi resse come abate.

– A Taggia in Liguria, commemorazione del beato Cristoforo da Milano, sacerdote dell’Ordine dei Predicatori, dedito al culto divino e alla sacra dottrina.

– A Bassano in Veneto, beata Giovanna Maria Bonomo, badessa dell’Ordine di san Benedetto, che, ricca di doni mistici, fu partecipe nel corpo e nell’anima dei dolori della Passione del Signore.

– Nella città di Xilinxian nella provincia del Guangxi in Cina, sant’Agnese Cao Kuiying, martire, che, già sposata con un marito violento, dopo la morte di questi si dedicò per mandato del vescovo all’insegnamento della dottrina cristiana e, messa per questo in carcere e patiti crudelissimi tormenti, confidando sempre in Dio migrò al banchetto eterno.

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *