Conversione di San Paolo Apostolo

La celebrazione della Conversione di San Paolo è entrata a far parte del calendario Romano verso la fine del X secolo, e da allora conclude la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, a memoria del fatto che per un vero ecumenismo è necessaria la conversione. Già presente dall’VIII secolo, era festeggiata in precedenza solo dalla Chiesa latina.

L’evento della Conversione di Paolo è descritto esplicitamente negli Atti degli Apostoli: la narrazione dell’accaduto è descritta negli Atti 9, 1-9, e poi ripetuta proprio da Paolo con piccole variazioni riguardo il tentativo di linciaggio a Gerusalemme e sulla comparsa a Ceresea davanti a re Marco Giulio Agrippa e al governatore Porcio Festo (rispettivamente Atti 22,6-11 e Atti 26,12-18).

 

Saulo frattanto, sempre fremente minaccia e strage contro i discepoli del Signore, si presentò al sommo sacerdote e gli chiese lettere per le sinagoghe di Damasco al fine di essere autorizzato a condurre in catene a Gerusalemme uomini e donne, seguaci della dottrina di Cristo, che avesse trovati. E avvenne che, mentre era in viaggio e stava per avvicinarsi a Damasco, all’improvviso lo avvolse una luce dal cielo e cadendo a terra udì una voce che gli diceva: «Saulo, Saulo, perché mi perseguiti?».

Rispose: «Chi sei, o Signore?».

E la voce: «Io sono Gesù, che tu perseguiti! Orsù, alzati ed entra nella città e ti sarà detto ciò che devi fare».

Gli uomini che facevano il cammino con lui si erano fermati ammutoliti, sentendo la voce ma non vedendo nessuno. Saulo si alzò da terra ma, aperti gli occhi, non vedeva nulla. Così, guidandolo per mano, lo condussero a Damasco, dove rimase tre giorni senza vedere e senza prendere né cibo né bevanda.

Il significato di questo evento risiede, come dicevamo, nell’importanza della conversione per l’ecumenismo. Paolo appena capisce di essere alla presenza di Dio chiede infatti “Signore, cosa vuoi che io faccia?”, accettando subito di diventarne discepolo e di mettersi al suo servizio, comprendendo grazie a quell’incontro la mirabile verità della inscindibile unità di Cristo con i credenti. Nelle sue lettere, Paolo metterà in chiaro la sua anima, estasiata dal miracolo che si è compiuto sulla via di Damasco, una vera e propria grazia in grado di illuminare la sua vita e che l’apostolo cercò poi di condividere con la gente. La conclusione di San Paolo è infatti che “Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, dei quali io sono il primo. Appunto per questo ho trovato misericordia. In me specialmente ha voluto Gesù Cristo mostrare tutta la sua longanimità affinché io sia di esempio per coloro che nella fede di Lui otterranno d’ora innanzi la vita eterna”.

La conversione è il primo passo quindi per comprendere la grandezza e la benevolenza del Signore, giunto tra gli uomini per salvarli, con divina misericordia.

 

Lo stesso giorno nel Martirologio Romano, la Chiesa commemora:

Sant’Ananía, discepolo del Signore, che battezzò Paolo a Damasco dopo la sua conversione.

– A Pozzuoli in Campania, sant’Artéma, martire.

– A Cartagine, nell’odierna Tunisia, sant’Agiléo, martire, nel cui anniversario di morte sant’Agostino tenne nella sua basilica un sermone al popolo in suo onore.

– A Nazianzo in Cappadocia, nell’odierna Turchia, anniversario della morte di san Gregorio, vescovo, la cui memoria si celebra il 2 gennaio.

– Commemorazione di san Bretannione, vescovo di Costanza in Scizia, nell’odierna Romania, che, sotto l’imperatore ariano Valente al quale si oppose strenuamente, si distinse in mirabile santità e zelo per la fede cattolica.

– A Tabennési nella Tebaide in Egitto, san Palamóne, anacoreta, dedito alla preghiera e a continue penitenze, e maestro di san Pacomio.

– A Clermont-Ferrand nella regione dell’Aquitania, in Francia, santi Preietto, vescovo, e Amarino, uomo di Dio, entrambi trucidati dai notabili della città.

– A Marchiennes nelle Fiandre, nel territorio dell’odierna Francia, san Poppone, abate di Stavelot e Malmédy, che diffuse in molti monasteri della Lotaringia l’osservanza cluniacense.

– A Ulm nella Svevia in Germania, beato Enrico Suso, sacerdote dell’Ordine dei Predicatori, che sopportò pazientemente innumerevoli difficoltà e malattie, scrisse un trattato sull’eterna sapienza e predicò con assiduità il dolcissimo nome di Gesù.

– Ad Amandola nelle Marche, beato Antonio Migliorati, sacerdote dell’Ordine degli Eremiti di Sant’Agostino.

– A Mantova, beata Arcangela (Eleonora) Girlani, vergine dell’Ordine delle Carmelitane, priora del convento di Parma e fondatrice del cenobio di Mantova.

– A Tortosa in Spagna, beato Emanuele Domingo y Sol, sacerdote, che fondò della Società dei Sacerdoti Operai Diocesani del Cuore di Gesù per suscitare le vocazioni sacerdotali.

– Ad Alessandria, beata Maria Antonia (Teresa) Grillo, religiosa, che, rimasta vedova, provvide misericordiosa alle necessità dei poveri e, venduta ogni sua proprietà, istituì la Congregazione delle Piccole Suore della Divina Provvidenza.

– Nel campo di prigionia di Dachau vicino a Monaco di Baviera in Germania, beato Antonio S ́wiadek, sacerdote e martire, che, in tempo di guerra, difese la fede contro i seguaci di dottrine contrarie a ogni umana e cristiana dignità, ricevendo l’immarcescibile corona.

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