San Ponziano di Spoleto, martire

San Ponziano protettore dai terremoti è il patrono della città di Spoleto.

Secondo la tradizione era un giovane di Spoleto che subì il martirio tra il 156 ed il 165.

Fu sepolto poco fuori della città, sulla sua tomba fu poi eretta una basilica ed un monastero.

Il vescovo belga Baldrigo ottenne nel 968 un braccio del Santo che portò a Utrecht, ove fu invocato come patrono.

San Ponziano è invocato in occasione dei terremoti poiché la prima delle terribili scosse di terremoto che per circa 20 anni a partire dal 1703 funestarono l’Umbria meridionale, si ebbe la sera della sua festa ed a Spoleto non ci furono vittime. Secondo la tradizione una scossa di terremoto avrebbe accompagnato anche la sua decapitazione, e gli venne riferita una profezia: “Spoleto tremerà, ma non cadrà”.

La chiesa di San Ponziano si trova appunto appena fuori città. Fu eretta in età romanica in onore del giovane spoletino protettore della città, qui sepolto forse nel 175.

A Spoleto viene ricordato il 14 gennaio.

 

Lo stesso giorno nel Martirologio Romano, la Chiesa commemora:

– A Smirne nell’odierna Turchia, passione di san Germanico, martire di Filadelfia, che, al tempo degli imperatori Marco Antonino e Lucio Aurelio, fu discepolo di san Policarpo, che egli precedette nel martirio: condannato dal giudice nel fiore dell’età giovanile, mettendo da parte per la grazia di Dio ogni timore per la fragilità del suo corpo, fu lui stesso a incitare contro di sé la belva a lui destinata.

– Sulla via Cornelia a tredici miglia da Roma nel cimitero ad Nymphas, santi Mario, Marta, Audíface e Abaco, martiri.

– Commemorazione di san Macario Magno, sacerdote e abate del monastero di Scete in Egitto, che, morto al mondo e a se stesso, viveva solo per Dio, come insegnava anche ai suoi monaci.

– Commemorazione di san Macario, detto Alessandrino, sacerdote e abate presso il monte Scete in Egitto.

– A Lodi, commemorazione di san Bassiano, vescovo, che, per difendere il suo gregge dall’eresia ariana in quel luogo ancora viva, lottò strenuamente insieme a sant’Ambrogio di Milano.

– A Como, sante Liberata e Faustina, sorelle e vergini, fondatrici del monastero di Santa Margherita.

– A Dreux presso Chartres nel territorio della Neustria, in Francia, san Launomaro, abate del monastero di Corbion, che aveva fondato nella solitudine di Perche.

– A Ravenna, san Giovanni, vescovo, che, mentre tutta l’Italia era devastata dalla guerra con i Longobardi, provvide egregiamente alle necessità della Chiesa, come attesta il papa san Gregorio Magno, che a lui inviò il libro della Regola pastorale.

– A Rouen in Neustria, in Francia, san Remigio, vescovo, fratello del re Pipino, che con solerte operosità si adoperò perché il canto della salmodia fosse modulato secondo l’uso romano.

– A Corfù in Grecia, sant’Arsenio, vescovo, accorto pastore del suo ovile e assiduo alla preghiera notturna.

– A Siviglia in Spagna, beato Marcello Spínola y Maestre, vescovo: fondò circoli di operai per sostenerne lo sviluppo sociale, combatté in difesa della verità e della giustizia e aprì la sua casa ai bisognosi.

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