Sant’Andrea, apostolo

Nacque a Betsaida sulle rive del Lago omonimo in Galilea nel 6 secolo A.C.. Tra gli apostoli è il primo che incontriamo nei Vangeli: il pescatore Andrea. Il Vangelo di Giovanni ce lo mostra con un amico mentre segue la predicazione del Battista; il quale, vedendo passare Gesù da lui battezzato il giorno prima, esclama: “Ecco l’agnello di Dio!”. Parole che immediatamente spingono Andrea e il suo amico verso Gesù: lo raggiungono, gli parlano e Andrea corre poi a informare il fratello: “Abbiamo trovato il Messia!”. Poco dopo, ecco pure Simone davanti a Gesù; il quale fissando lo sguardo su di lui, disse: “Tu sei Simone, figlio di Giovanni: ti chiamerai Cefa”. Questa è la presentazione. Poi viene la chiamata. I due fratelli sono tornati al loro lavoro di pescatori sul “Mare di Galilea”: ma lasciano tutto di colpo quando arriva Gesù e dice: “Seguitemi, vi farò pescatori di uomini.

Dopo la passione e la risurrezione, Andrea andò a predicare la fede cristiana nella provincia che gli era toccata in sorte, la Scizia d’Europa, l’attuale Ucraina; quindi percorse l’Epiro e la Tracia e con la predicazione e i miracoli convertì a Gesù Cristo una moltitudine innumerevole. Giunto a Patrasso, città dell’Acaia, fece abbracciare a molti la verità del Vangelo e non esitò a riprendere coraggiosamente il proconsole Egea, che resisteva alla predicazione evangelica, rimproverandogli di voler essere il giudice degli uomini, mentre i demoni lo ingannavano fino a fargli misconoscere il Cristo Dio, Giudice di tutti gli uomini. Egea adirato gli disse di smettere di esaltare il Cristo che, nonostante i buoni propositi dei sui atti non riuscì ad evitare la crocifissione dei Giudei. Andrea non curante delle parole di Egea continuava a predicare che Gesù Cristo si era Lui stesso offerto alla Croce, per la salvezza del genere umano, Egea lo interrompe con un discorso empio e lo avverte di pensare alla sua salvezza, invitandolo a riconoscere gli dei offrendo loro dei sacrifici. Egea esasperato ordinò che lo si mettesse in croce, per fargli imitare la morte di Cristo. Fu allora che, giunto sul luogo del martirio e vedendo la croce, Andrea esclamò da lontano: “O buona Croce che hai tratto la tua gloria dalle membra del Signore, Croce lungamente bramata, ardentemente amata, cercata senza posa e finalmente preparata ai miei ardenti desideri, toglimi di mezzo agli uomini e restituiscimi al mio Signore affinché per te mi riceva Colui che per te mi ha riscattato”. Fu dunque infisso alla croce, sulla quale rimase vivo per tre giorni, senza cessar di predicare la fede di Gesù Cristo e passò così a Colui del quale si era augurato di imitare la morte. Andrea morì il 30 Novembre del 64 D.C.

 

Lo stesso giorno nel Martirologio Romano, la Chiesa commemora:

– A Milano, san Mirocléto, vescovo, che sant’Ambrogio ricorda tra i fedeli vescovi suoi predecessori.

– Nella Bretagna in Francia, san Tugdual, detto Pabu, abate e vescovo, che fondò un monastero nel territorio di Tréguier.

– Presso il monte Siepi in Toscana, san Galgano Guidotti, eremita, che, convertitosi a Dio dopo una gioventù dissipata, passò il resto della sua vita in una volontaria mortificazione del corpo.

– A Montpellier in Provenza in Francia, beato Giovanni da Vercelli Garbella, sacerdote, che, Maestro Generale dell’Ordine dei Predicatori, raccomandò intensamente nella predicazione la devozione al Nome di Gesù.

– A Ratisbona nella Baviera in Germania, beato Federico, religioso dell’Ordine degli Eremiti di sant’Agostino, che, solerte falegname, eccelse per fervore di preghiera, obbedienza e carità.

– A Lanceston in Inghilterra, san Cutberto Mayne, sacer- dote e martire, che, abbracciata le fede cattolica e ordinato sacerdote, esercitò il suo ministero in Cornovaglia, finché, condannato a morte sotto la regina Elisabetta I per aver reso di pubblico dominio una Lettera Apostolica, fu consegnato al patibolo, primo fra gli studenti del Collegio Inglese di Douai.

– A York sempre in Inghilterra, beato Alessandro Crow, sacerdote e martire, che da umile calzolaio divenne sacerdote e per il suo sacerdozio terminò gloriosamente sul patibolo il suo martirio sotto la stessa regina.

– In località Quxian nella provincia di Sichuan in Cina, san Taddeo Liu Ruiting, sacerdote e martire, strangolato in odio alla fede.

– Presso Huê nell’antico An Nam, ora Vietnam, san Giuseppe Marchand, sacerdote della Società per le Missioni Estere di Parigi e martire, che fu condannato al supplizio delle cento frustate sotto l’imperatore Minh Mang.

– In località Paracuellos del Jarama presso Madrid in Spagna, beati Michele Ruedas Megías e sei compagni, martiri, che, religiosi dell’Ordine di San Giovanni di Dio, insigni per la loro testimonianza di fede cristiana, passarono al Signore durante la persecuzione per la violenza dei nemici del- la Chiesa.

– A Valencia sempre in Spagna, beato Giuseppe Otín Aquilé, sacerdote della Società Salesiana e martire, che nella stessa persecuzione raggiunse il regno celeste invitto nella co- stanza della fede.

– Vicino a Monaco di Baviera in Germania nel campo di prigionia di Dachau, beato Ludovico Rocco Gientyngier, sacerdote e martire, che, durante l’occupazione della Polonia in tempo di guerra, a causa delle attività criminali perpetrate dai nemici della fede fu sottoposto a tortura e rese lo spirito a Dio.

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