San Martino di Tours, vescovo

Quattromila chiese dedicate a lui in Francia, e il suo nome dato a migliaia di paesi e villaggi; come anche in Italia, in altre parti d’Europa e nelle Americhe: Martino il supernazionale. Nasce in Pannonia (che si chiamerà poi Ungheria) da famiglia pagana, e viene istruito sulla dottrina cristiana quando è ancora ragazzo, senza però il battesimo. Figlio di un ufficiale dell’esercito romano, si arruola a sua volta, giovanissimo, nella cavalleria imperiale, prestando poi servizio in Gallia. E’ in quest’epoca che può collocarsi l’episodio famosissimo di Martino a cavallo, che con la spada taglia in due il suo mantello militare, per difendere un mendicante dal freddo.

Lasciato l’esercito nel 356, raggiunge a Poitiers il dotto e combattivo vescovo Ilario: si sono conosciuti alcuni anni prima. Martino ha già ricevuto il battesimo (probabilmente ad Amiens) e Ilario lo ordina esorcista: un passo sulla via del sacerdozio. Per la sua posizione di prima fila nella lotta all’arianesimo, che aveva il sostegno della Corte, il vescovo Ilario viene esiliato in Frigia (Asia Minore); e quanto a Martino si fatica a seguirne la mobilità e l’attivismo, anche perché non tutte le notizie sono ben certe.

Fa probabilmente un viaggio in Pannonia, e verso il 356 passa anche per Milano. Più tardi lo troviamo in solitudine alla Gallinaria, un isolotto roccioso davanti ad Albenga, già rifugio di cristiani al tempo delle persecuzioni. Di qui Martino torna poi in Gallia, dove riceve il sacerdozio dal vescovo Ilario, rimpatriato nel 360 dal suo esilio. Un anno dopo fonda a Ligugé (a dodici chilometri da Poitiers) una comunità di asceti, che è considerata il primo monastero databile in Europa.

Nel 371 viene eletto vescovo di Tours. Per qualche tempo, tuttavia, risiede nell’altro monastero da lui fondato a quattro chilometri dalla città, e chiamato Marmoutier. Di qui intraprende la sua missione, ultraventennale azione per cristianizzare le campagne: per esse Cristo è ancora “il Dio che si adora nelle città”. Non ha la cultura di Ilario, e un po’ rimane il soldato sbrigativo che era, come quando abbatte edifici e simboli dei culti pagani, ispirando più risentimenti che adesioni. Ma l’evangelizzazione riesce perché l’impetuoso vescovo si fa protettore dei poveri contro lo spietato fisco romano, promuove la giustizia tra deboli e potenti. Con lui le plebi rurali rialzano la testa. Sapere che c’è lui fa coraggio. Questo spiega l’enorme popolarità in vita e la crescente venerazione successiva.

Quando muore a Candes, verso la mezzanotte di una domenica, si disputano il corpo gli abitanti di Poitiers e quelli di Tours. Questi ultimi, di notte, lo portano poi nella loro città per via d’acqua, lungo i fiumi Vienne e Loire. La sua festa si celebrerà nell’anniversario della sepoltura, e la cittadina di Candes si chiamerà Candes-Saint-Martin.

 

Lo stesso giorno nel Martirologio Romano, la Chiesa commemora:

– Oltre il lago Mareotide in Egitto, san Menna, martire.

– A Vence in Provenza, commemorazione di san Verano, vescovo, che, figlio di sant’Eucherio vescovo di Lione, fu educato nel monastero di Lérins e scrisse una lettera al papa san Leone Magno, ringraziandolo per la fede nel Verbo incarnato da lui difesa nella lettera a Flaviano.

– Nel Molise, commemorazione di san Menna, eremita, le cui virtù sono ricordate dal papa san Gregorio Magno.

– Ad Limassol nell’isola di Cipro, transito di san Giovanni l’Elemosiniere, vescovo di Alessandria, insigne per la misericordia verso i poveri: pieno di carità verso tutti, fece costruire in gran numero chiese, ospedali e orfanotrofi e si a- doperò con somma sollecitudine per alleviare il popolo da ogni miseria, facendo a tal fine uso dei beni della Chiesa ed esortando assiduamente i ricchi alla beneficenza.

– Nel monastero di Malonne in Brabante, nell’odierno Belgio, san Bertuino, venerato come vescovo e abate.

– A Costantinopoli, san Teodoro Studita, abate, che fece del suo monastero una scuola di sapienti, di santi e di martiri vittime delle persecuzioni degli iconoclasti; mandato per tre volte in esilio, ebbe in grande onore le tradizioni dei Padri della Chiesa e per esporre la fede cattolica scrisse alcune celebri opere su temi fondamentali della dottrina cristiana.

– Nel monastero di Grottaferrata nei pressi di Frascati, vicino a Roma, san Bartolomeo, abate, che, nato in Calabria, fu compagno di san Nilo, del quale avrebbe in seguito composto la Vita, e gli fu accanto quando, ormai prossimo alla morte, fondò nel territorio di Frascati un monastero organizzato secondo la disciplina ascetica dei Padri orientali, che egli consolidò durante il suo governo facendone una scuola di scienza e arte.

– A Nagasaki in Giappone, santa Marina di Omura, vergine e martire, che, gettata in prigione, fu pubblicamente e- sposta alla derisione della sua castità e infine bruciata sul rogo.

– Nella cittadina di Laski Piasnica presso la città di Wejherowo in Polonia, beata Alicia Kotowska, vergine della Congregazione delle Suore della Risurrezione del Signore e martire, che durante la guerra morì fucilata per avere strenuamente difeso la sua fede in Cristo.

–  A Sofia in Bulgaria, passione del beato Vincenzo Eugenio Bossilkov, vescovo di Nicopol’ e martire, della Congregazione della Passione di Gesù, che, sotto un regime tirannico, condotto in carcere per essersi rifiutato di rinnega- re la comunione con Roma e crudelmente torturato, fu con- dannato a morte sotto l’accusa di alto tradimento e infine fucilato.

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *